Amedeo Avogadro

Amedeo Avogadro

Sono moltissimi i personaggi storici noti e meno noti che incontriamo passeggiando per la città, più o meno li conosciamo tutti, ma forse non tutti sanno che Amedeo Avogadro è uno di quei personaggi famosi, indissolubilmente legati a Torino, che tutti conoscono per la fama ma ne ignorano però il perché.
Amedeo Avogadro, all’anagrafe Lorenzo Romano Amedeo Carlo, nasce a Torino il 9 agosto 1776 e il suo futuro è già programmato: sarebbe stato un avvocato come il fratello maggiore, come il papà, come il nonno e così via ripercorrendo tutto l’albero genealogico a ritroso. Ma non sempre le cose vanno per il verso voluto…
Come vuole papà Amedeo è avviato agli studi in legge. Il giovane è uno studente volenteroso e a soli diciotto anni ottiene la licenza in diritto canonico e civile e l’anno dopo si laurea in legge. Inizia subito il suo tirocinio nei vari uffici legali senza però smettere mai di studiare. Le materie scientifiche sono la sua passione, la fisica soprattutto, dove si applica con grande impegno e dove riesce a dare il meglio si se.

Amedeo Avogadro

I suoi studi sono perlopiù teorici e, in un periodo in cui chimica e fisica vengono valorizzate quasi esclusivamente se supportate dalle sperimentazioni, la mancanza di prove che accertino sul campo le sue teorie sono lodate dal mondo scientifico sabaudo sempre con una certa perplessità.  Non è così però per l’Europa d’oltralpe, la rivista specializzata parigina Le Journal de Physique, de Chimie, d’Histoire Naturelle et del Arts pubblica da subito le opere del giovanissimo Amedeo Avogadro.
Amedeo, ormai ex avvocato, diventa professore di filosofia positiva (matematica e fisica) nel Regio Collegio di Vercelli per poi passare alla cattedra di fisica sublime (fisica Superiore e Fisica Matematica) all’Università di Torino. All’età di trentanove anni, non pochi per l’epoca, si sposa con la giovanissima (vent’anni in meno) Anna Maria Felicita Mazzè dalla quale ha otto figli.
Arriva il 1821 e i moti rivoluzionari imperversano, molte cattedre universitarie sono abolite tra cui quella di Avogadro, quindi riprende la carriera giuridica fino al 1834 quando ritorna ad occupare la tanto amata cattedra universitaria che mantiene fino al 1850, anno in cui l’allievo prediletto Felice Chiò, prende il suo posto.
Amedeo Avogadro muore a Torino il 9 luglio 1856 all’età di ottant’anni. Nonostante le importanti scoperte in ambito scientifico, i riconoscimenti sono arrivati parecchi anni dopo la sua morte, come spesso purtroppo accade.
È difficile dire se il mancato riconoscimento del fisico torinese sia per eccesso di modestia dello stesso Avogadro o se, magari, i tempi non erano ancora maturi per recepire teorie tanto rivoluzionarie sulla materia.

Amedeo Avogadro“Uguali volumi di gas, nelle stesse condizioni di temperatura e di pressione, contengono ugual numero di molecole”
La formula di Avogadro o costante di Avogadro ha aperto le porte alla fisica come la conosciamo oggi. Ne è esempio la formula più conosciuta al mondo, H2O, l’acqua.
Nel 1800 è risaputo che l’acqua è formata da idrogeno e ossigeno, ma si pensa che i due componenti siano equamente ripartiti, sostanzialmente HO; è solo grazie agli studi di Avogadro che (anni dopo la sua morte) è stato possibile stabilire l’esatta combinazione degli elementi che formano il bene più prezioso al mondo.
Il primo grande riconoscimento di Amedeo Avogadro arriva solo cento anni dopo la pubblicazione del suo primo lavoro sulle molecole. Nel 1911, anno dell’ esposizione Universale di Torino,  un Congresso di scienziati tenutosi a Torino omaggia la memoria del fisico torinese con la pubblicazione delle “Opere scelte di Amedeo Avogadro” e con un busto bronzeo realizzato dall’artista Pietro Canonica. Nel 1991 l’ultimo riconoscimento dedicato al fisico Torinese, l’asteroide “12294 Avogadro”
Amedeo Avogadro oltre ad essere lo scienziato italiano più conosciuto al mondo è l’unico italiano (e torinese) che ha dato il nome ad una costante universale.

Presso la Galleria dei Dotti dell’Università di Torino un busto marmoreo ricorda l’illustre scienziato.

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