Amedeo Pettini e Vittorio Emanuele III

Amedeo Pettini e Vittorio Emanuele III

Inizia all’alba del Novecento: «una politica più democratica: si abbandona ogni idea di legge eccezionale, si ristabilisce il diritto di associazione e di stampa e si riconosce il diritto di sciopero dando il via ad un notevole sviluppo industriale e commerciale». Questo sviluppo, gestito e amministrato dal piemontese Giovanni Giolitti – liberale- progressista, che governa dal 1901 al 1903 come Ministro degli Interni e fino al 1914, con sole brevi interruzioni,come Presidente del Consiglio mantenendo rapporti rispettosi con la monarchia – caratterizza per i primi quattordici anni maggiormente il Nord Italia.

I pranzi suntuosi del secolo precedente si modificano: sono più veloci poiché rispecchiano la nuova politica improntata all’intensificazione del lavoro e allo sviluppo; iniziano sempre con un potage e hanno uno schema fisso di portate. I menu, composti sempre con ingredienti di prima qualità, subiscono un notevole assottigliamento delle portate e, dopo il potage, prevedono un pesce, un piatto di carne seguiti da paté o mousse, salade e infine dolci. Il caratteristico monogramma, utilizzato già precedentemente da Vittorio Emanuele II e Umberto I, cade in disuso e prevale il simbolo dell’aquila reale con rilievi in oro e argento.

Figura importante e protagonista del suo tempo, per l’arte culinaria, è il cuoco Amedeo Pettini (1865- 1948) il quale diventa sotto Vittorio Emanuele III il capocuoco più importante di tutta la nazione. Dal 1905 è collaboratore del «Messaggero della Cucina», dove pubblica a puntate una rivista intitolata Dall’empirismo alla cucina scientifica, nella quale viene studiata la storia della gastronomia e del nutrimento in modo scientifico e antropologico. La sua opera più importante è il Manuale di Cucina e Pasticceria, pubblicato nel 1914, in cui egli espone tutta la propria esperienza come capocuoco del Re e affronta in maniera esaustiva lo scibile culinario, dal potere nutritivo degli alimenti alle erbe.
A proposito dell’opera, Capatti ritiene che: «il capitolo più interessante sia l’ultimo, di cucina casalinga, cui segue un’appendice intitolata Alimentazione dietetica, réclame sfacciata della ditta Knorr, del suo cacao fatto con l’avena o delle sue minestre “ermeticamente chiuse in pacchetti cubici”».
Per quanto riguarda le operazioni pubblicitarie cui si presta, Pettini collabora, interpreta e presenta le ricette contenute in Massaia 900, pubblicata nel 1936 per la ditta Rebaudengo di Torino e illustrata da Giuseppe Borgni con stile futurista. Si tratta di una cucina di nuova concezione che prevede di far conoscere al pubblico alimenti esotici in tutte le stagioni, rimanendo semplice, veloce ed economica. Il capocuoco reale, inoltre, promuove e insegna a realizzare la pasta sfogliata “900”, adatta per essere utilizzata nei pasticci di carne, babà, pasta Gianduia, pasta Maria Ludovica. Tra le ricette fredde invece reclamizza la gelatina di manzo istantanea, di marca “Ideal”.
L’ultima collaborazione, avvenuta con i fratelli Carli di Oneglia, produttori di olio d’oliva, riguarda la compilazione del Ricettario Carli. Manuale di igiene alimentare per la preparazione di vivande sane e gustose, consegnato all’editore nel 1934, pubblicato nel 1935 e ristampato ancora oggi con insegnamenti e consigli utili per la vita domestica.
La promozione da parte di Pettini di prodotti alimentari come la Knorr e la Carli, ancora oggi colossi di livello nazionale, presenta analogie con il presente: oggi molti cuochi celebri pubblicizzano un prodotto o spiegano il suo corretto utilizzo attraverso i mass media, dalle riviste alla televisione.

Immagine: Olio Carli

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