Se pensiamo alla cucina di Torino ed ai suoi piatti tipici, la mente va subito allo zabaglione, alla finanziera, al bonèt, al brasato ed a parecchie altre prelibatezze che associamo d’impulso alla città di Torino, ma forse non tutti ricordano il torrone: eh si, il torrone, una tipicità tutta torinese.
L’origine del torrone è legata alla città di Torino ed ai suoi abitanti. Nel XV libro di Plinio il Vecchio, storico naturalista romano: “in melle decoctus nucleos (pineos) Taurini aquicelus vocant” evidenziando il fatto che i Taurini preparavano “l’aquicelus” con i pinoli degli abeti delle Alpi circostanti cotti con il miele, l’antenato dell’odierno torrone.
Da qui il dolce ha probabilmente varcato i confini della nostra regione, tant’è che lo si trova in tanti altri territori della penisola; si ha certezza che nel 1395 per festeggiare la nomina a Duca di Gian Galeazzo Visconti, al banchetto ufficiale tenutosi a Milano, fu servito il torrone.
Tutt’oggi i produttori di torrone artigianale in Piemonte sono numerosi, soprattutto nel sud della regione in particolare nella zona di Alba dove ancor oggi hanno sede numerose aziende di produzione.
Vi proponiamo la ricetta del torrone di Giovanni Vialardi cuoco di casa Savoia dal 1824 al 1853 pubblicata nel suo “Trattato di cucina, Pasticceria moderna, Credenza e relativa Confettureria“
Toroni d’Alba
Mettete dentro un tegame distagnato, due etti di zucchero e mezzo bicchiere d’acqua, fatelo cuocere alla gran palla (120°-125°), mischiategli un chilogrammo e due ettogr. di buon miele, mettete il tegame nel bagno di maria, fatelo cuocere finché versandone un poco su una tavola di marmo o piatto di maiolica, raffreddato, resterà sodo e frangibile, allora mischiategli il bianco di due uova sbattuto in neve. Aggiungetegli un chilogrammo e due etti di mandorle mondate, tagliate in due ben seccate, mischiatele, ancora calde ben assieme, versate entro una cassa di carta, lasciatela raffreddare, tagliatela a pezzi a modo vostro, oppure versate sopra un piatto di maiolica profondo con ostie sotto e copriteli d’ostie sopra. Raffreddati, tagliateli e serviteli o conservateli in un luogo secco entro alberelle di vetro coperti.
È possibile sostituire le mandorle con le avellane (nocciole)