Un tiepido sole autunnale riscalda le ore centrali della giornata. A zonzo per la città di Torino mi soffermo ed ammiro la splendida casa Bellia in via Pietro Micca.
Abbiamo già parlato di Carlo Ceppi, del suo progetto di via Diagonale e del suo stile eclettico innovativo e spregiudicato dove traspare la prima idea del Liberty piemontese, Casa Bellia ne è oltremodo esempio.
Dopo la grande Esposizione Internazionale Industriale ed Artistica avvenuta a Torino nel 1884 l’ Art Nouveau entra prepotentemente nell’architettura torinese tanto da fare della città di Torino, la capitale italiana di questa originalissima espressione artistica e Carlo Ceppi uno dei maggiori esponenti del gusto del nuovo.
Palazzo Bellia
Il palazzo prende il nome dall’impresa costruttrice, Bellia appunto, ed è stato il primo palazzo della città di Torino ad utilizzare il cemento armato nelle strutture portanti. È stato costruito tra il 1892 ed il 1898 nell’ambito della riqualificazione dell’Isolato San Lazzaro.
Benché progettato in stile Eclettico, nell’ammirarlo è possibile notare le prime influenze che anticipano le linee ondulate e le decorazioni floreali del Liberty. Gli ampi portici sottostanti il palazzo sono costituiti da archi trilobati sostenuti da colonne aventi capitelli decorati con figure antropomorfe diverse le une dalle altre.
Il porticato ospita numerose vetrine e su di ognuna, in alto, un mezzanino con una balaustra in ferro battuto. Il soffitto ligneo è completamente decorato anch’esso con motivi floreali mentre la pavimentazione è in piastrelle quadrangolari realizzate in litocemento (cemento mescolato con quarzo o pietre di elevata granulometria).
Anche al visitatore meno attento non può sfuggire un’occhiata alla facciata dell’edificio su via Pietro Micca che è caratterizzata da prominenti bow-windows coronati da logge; diversi elementi decorativi anch’essi realizzati in litocemento sovrastano le finestre ad arco del primo piano. La bellezza della facciata è completata da eleganti balconi riccamente ornati.
Si è fatto buio, lascio l’antica Diagonale sicura che al prossimo passaggio, nuovamente, l’occhio ricadrà sullo stupendo palazzo, e ancora una volta mi soffermerò guardandolo ed eccolo, il solito pensiero ricorrente, ma quanto è Bellia…