In una tiepida domenica primaverile, già di primo mattino, il rombo dei motori sta letteralmente riempiendo tutta la collina di Superga. I piloti si stanno preparando alla “classica” Sassi-Superga e l’andi-rivieni dei veicoli rallegra la mattinata. Si vedono sfrecciare i motoveicoli a forte velocità; qualcuno si ferma, mette mano al motore, assesta i freni, regola il carburatore, parlotta con i meccanici. Tra gli altri il mitico Biasin si è fermato per controllare che la sua Indian/Harley-Davidson sia a punto e pronta per la gara.
Biasin, il giovane Biagio Nazzaro (nipote del famosissimo zio Felice Nazzaro già più volte campione di automobilismo) è nato a Torino il 3 luglio 1892 e a soli trent’anni, con le sue imprese, è già entrato da tempo nel cuore di tanti appassionati di motociclismo. Ha dedicato tutta la vita ai motori, senza mai risparmiarsi. Da un anno ha cominciato a dedicarsi alle gare automobilistiche come lo zio, ma senza mai dimenticare il suo primo amore, la motocicletta. Nel 1920 diventa campione mondiale di motocicletta su “Della Ferrara” e l’anno dopo fa il bis con l’Indian/Harley-Davidson, battendo anche il record europeo del chilometro lanciato sul circuito di Cremona con la media oraria di 154,5 km/h.
La gara del 22 aprile apre la stagione motoristica torinese e alla competizione partecipano i più grandi piloti europei su più cilindrate.
Biagio Nazzaro si appresta ad allinearsi alla partenza, i motori rombano e il numerosissimo pubblico acclama Biasin che con la sua simpatia saluta tutti con la mano; nonostante la concentrazione è sempre cordiale col pubblico che lo acclama.
Alle 9,45 viene dato il via alla corsa, più di cinquanta concorrenti iniziano a mordere la strada.
Partono prima le piccole cilindrate seguite dalle 500 e dalle 750, e poi le più attese: partono le 1000 e il grande Biasin è subito in testa.
I tifosi incitano il campione, si aspettano l’assalto al record della salita detenuto dal 1913 da Iguera.
Biagio Nazzaro grintoso, attacca la strada e vince allungando sugli avversari, ma, nonostante la prova impeccabile, non riesce a battere il record del circuito, deve accontentarsi del record di categoria.
Sassi-Superga in 5’0”3/5. Grande Biagio.
Non sono solo le doti tecniche di pilota a fare di Biasin l’idolo dei torinesi. Nonostante la giovane età ha sempre un sorriso per chiunque lo incontri per strada, è il ragazzo gentile della porta accanto, modesto ad ogni complimento. Questo è Biagio Nazzaro.
Biagio Nazzaro
Tre mesi dopo la vittoria sulla Sassi-Superga, il 15 luglio del 1922, durante il gran premio dell’Automobile Club di Francia vinto da Felice Nazzaro, il giovane Biagio Nazzaro, su Fiat, esce di strada in una curva e perde la vita.
Per i torinesi è un duro colpo, la notizia arriva poco dopo la mezzanotte e corre di bocca in bocca per tutta la città. Viene allestita la camera ardente nelle officine della Fiat di corso Dante dove Biasin lavorava. Ad accogliere la salma il commendadore Agnelli, le massime autorità cittadine, gli amici, i compagni di lavoro e tutte quelle persone che grazie a Biasin sono riuscite a vivere un sogno. Si è spenta così la giovane promessa dell’automobilismo italiano.
Biasin è sepolto al cimitero monumentale di Torino. Una targa commemorativa è stata posta dal Moto Club di Torino proprio ai piedi della collina di Superga, nel quartiere Sassi, dove il grande pilota ha vinto la sua ultima corsa.