La cappella campestre di San Marchese ad Altessano

La cappella campestre di San Marchese ad Altessano

La storia della cappella campestre di San Marchese comincia a cavallo tra il III e il IV secolo DC quando la mitologica Legione Tebea rifiutò di eseguire gli ordini del generale Massimiano che desiderava sterminare tutti i cristiani presenti nel territorio.
Il rifiuto di questi primi martiri cristiani costo loro la vita!
Tra di loro c’erano i tre martiri torinesi Avventore, Ottavio e Solutore, il santo patrono di Casa Savoia San Maurizio e altri 6000 combattenti che, uno per uno, furono tutti raggiunti dalla vendetta Romana non prima di dar loro il tempo di diffondere la parola di Cristo.
Uno di questi era un certo Marchese che, lasciate le vesti militari, si improvvisò traghettatore sulla Stura e divenne il primo evangelizzatore dei territori torinesi: durante il suo servizio diffondeva con fervore la parola di Cristo ai suoi clienti che si spostavano lungo il fiume.
Ma, un giorno, la furia omicida di Massimiano lo raggiunse e così le sue ossa furono raccolte all’interno di un sepolcro di una cappella.
Col passare del tempo della piccola cappella si persero le tracce fino a quando, durante alcuni scavi nel 1604, riaffiorò riportando tra i vivi le ossa del martire, un calice e un libro che permise l’identificazione delle ossa che furono affidate ai Frati Francescani di Madonna di Campagna.
La notizia, mescolata con racconti miracolosi avvenuti nel luogo del ritrovamento, ravvivò il culto del santo che divenne il patrono di Altessano e motivò il piccolo borgo a costruire, in fretta e con energica devozione, una cappella sui resti di quella appena scoperta.
Grazie alle pressioni di illustri personaggi dell’epoca, il 5 settembre 1677 il Conte d’Altessano riportò le spoglie mortali del Santo nel borgo, all’interno della chiesa di San Lorenzo. Il trasporto fu effettuato dalla carrozza dello stesso conte e le reliquie furono contenute in un urna donata nientemeno che dal duca Carlo Emanuele I (si dice che fosse una delle urne che custodì al suo interno anche la Sacra Sindone).
Il 5 settembre divenne così il giorno del Santo Patrono di Altessano.

La cappella campestre di San Marchese

Nel 1752, il conte di Altessano Carlo Girolamo Faletti di Barolo decide di intervenire personalmente e costruisce, quasi ex-novo, l’attuale cappella campestre di San Marchese al fine di costudire in modo definitivo le spoglie mortali del santo.
Recentemente restaurata, oggi la Cappella fa bella figura di se al fondo di strada Lanzo, dove comincia, guarda caso, via San Marchese.

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