Con l’arrivo della Sacra Sindone nella Città di Torino nel 1578, è divenuto prioritario per i Savoia predisporre una degna sistemazione per il Santo Sudario.
Il duca Carlo Emanuele I di Savoia, ansioso di vedere la più importante reliquia cristiana onorevolmente collocata, accantona quasi subito l’idea di far costruire un santuario dedicato esclusivamente alla conservazione del Sacro Telo e nel 1610 avvia i lavori per costruire una cappella dedicata all’interno della chiesa Metropolitana.
Il disegno, su progetto di Ascanio Vitozzi e Carlo di Castellamonte, prevede una grande cappella ovale da collocarsi nell’area compresa tra il Duomo e Palazzo Reale, affinché sia possibile raggiungere la struttura da ambo gli edifici.
Inoltre si basa su precise indicazioni del duca fissate nel progetto di partenza: “ posto ad oro et a zurro, dal quale potesse sua A.R. con le Dame, udir le messe …” e la scelta dei materiali “oro et negro” per le colonne.
I lavori si interrompono nel 1624 per riprendere solo trent’anni dopo per volere di Vittorio Amedeo I, successore di Carlo Emanuele I, con un nuovo progetto di Bernardino Quadri che ridisegna la base della cappella in forma circolare e una maggiore altezza della struttura al fine di rendere l’altare visibile da tutta la chiesa.
Cappella della Sacra Sindone
I lavori vengono nuovamente interrotti per problemi di stabilità fino all’arrivo del padre teatino Guarino Guarini nel 1666. L’architetto sfrutta le basi del progetto di Bernardino Quadri, ma abbassa l’altezza della struttura modificando la cupola emisferica con una vibrante e sostituisce le anonime scale laterali di accesso con gradinate convesse.
Alla Cappella della Sacra Sindone, completamente rivestita in marmi neri, si accede attraverso due grandi scale semicircolari speculari collocati in fondo alle navate laterali del Duomo di San Giovanni Battista.
In cima alle scale due piccoli locali circolari prospicienti il vano centrale, anch’esso circolare, con al centro l’altare marmoreo disegnato dall’architetto Antonio Bertola e decorato dal Borelli, dedicato a custodire la Sacra Reliquia.
Il pavimento è decorato con stelle in bronzo che riflettono la luce proveniente dall’alto.
La Cappella della Sacra Sindone termina con una cupola formata da sei livelli sovrapposti di archi gradatamente decrescenti, vista dal basso l’illusione ottica che si ha è di altrettanti esagoni sovrapposti, prospetticamente degradanti con un effetto di trasparenza. L’insieme, dal gusto orientaleggiante, termina con un tamburo circolare finestrato ed una guglia in cima.
L’effetto visivo voluto da Guarini è accentuato dall’utilizzo dei marmi neri alla base e grigi nella parte alta dalla cupola, schiarendo sempre più la tonalità del colore col crescere dell’altezza della struttura
I lavori terminarono nel 1683, anno della morte del famoso architetto, e la sacra reliquia fu definitivamente collocata nella cappella della Sacra Sindone il primo giugno 1694 con una sontuosa cerimonia.
Successivamente per volere di Carlo Alberto di Savoia nelle nicchie che si aprono intorno alla Cappella della Sacra Sindone, vengono collocati i resti di quattro principi sabaudi, prima sepolti nei sotterranei del Duomo stesso, con altrettanti mausolei in marmo bianco ad essi dedicati: Amedeo VIII, Emanuele Filiberto, il principe Tommaso e Carlo Emanuele II .
OGGI
Dopo 20 anni dal tragico incendio che ha semidistrutto la Cappella della Sacra Sindone impedendone la visita, il 27 novembre 2018 si è tenuta la cerimonia di apertura della restaurata cappella che è tornata ad essere uno dei luoghi principali dell’arte, della cultura e del turismo torinese.
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