Riprendiamo il nostro percorso attraverso quello che rimane della Torino medievale e ci ritroviamo in piazza IV marzo dove, all’angolo con via Porta Palatina, fa bella mostra di se Casa Broglia, forse l’edificio che più rappresenta il periodo medievale della città di Torino.
Un edificio a quattro piani dove spiccano ancor oggi finestre a crociera in cotto stile guelfo decorate con accurate modanature ed un porticato (oggi tamponato) che in qualche modo ricordano la destinazione d’uso commerciale dello stabile.
L’edificio è situato in posizione angolare ed è ripartito in tre facciate interamente in mattoni a vista, anche se probabilmente nel periodo della costruzione era completamente intonacate. Sono distinguibili ancora le cornici marcapiano in cotto tra un piano e l’altro.
Casa Broglia, Hospicium Signi Coronae
Le prime notizie dell’edificio risalgono al 1323, un documento del catasto di quartiere cita l’acquisto dell’immobile, da parte di Pietro Broglia, che viene destinato ad attività ricettiva col nome di Hospicium Signi Coronae, albergo della Corona Grossa. A differenza delle semplici locande, gli alberghi, nel medioevo, erano in grado di occuparsi sia dei viandanti, dando loro adeguata ospitalità con un corredo da letto (lo si trovava veramente di rado) e vitto, sia dei loro animali con stalle e foraggio. Le taverne davano si e no un pagliericcio per far riposare i forestieri.
L’albergo, per le sue caratteristiche e per la posizione, tra il castello ducale e piazza delle Erbe è sempre stato meta di nobili e ambasciatori in visita alla corte sabauda; nel 1379 i cavalli del principe d’Acaja erano custoditi nella stalla dell’albergo come risulta da un conto ritrovato negli archivi cittadini.
Nel XIV secolo un editto ducale stabiliva l’obbligo di soggiorno in città per almeno una notte a tutti i viaggiatori che si trovavano a passare per Torino e quindi tutti dovevano soggiornare in uno dei numerosissimi asili che si trovavano in città; un modo come un altro di incrementare i gettiti cittadini.
L’albergo della Corona Grossa rimase tale fino alla metà del XIX secolo.
È interessante notare, su quello che ora è l’accesso carraio all’abitazione, una grande cornice lignea. Le notizie relative alla sua datazione non sono chiare e nemmeno il suo utilizzo.
L’ipotesi è che potesse contenere l’insegna dell’albergo, ma altri sostengono che all’interno della cornice fossero affissi i ‘proclama‘, infatti l’angolo tra via porta Palatina e piazza IV Marzo era detto il “Cantone delle Grida” dove il banditore leggeva ad alta voce i bandi per i molti analfabeti.
Casa Broglia, così come la Casa del Senato e la casa dei Romagnano è stata interessata dal restauro effettuato da Riccardo Brayda nel 1880 che ha permesso a tutti noi di pensare ad una città diversa dalla più conosciuta Torino Barocca.