Chiesa della Gran Madre di Dio
La chiesa della Gran Madre di Dio è una delle costruzioni più belle di Torino a ridosso del Po e rialzata rispetto al piano stradale. La sua posiziona le dona l’importanza e il fascino che emana l’ha resa uno dell’ immagini più famose della città di Torino.
L’architetto Ferdinando Bonsignore, coadiuvato dagli architetti Giuseppe Formento e Virginio Bordino, progettò l’edificio in stile neoclassico ispirandosi al famoso Pantheon romano aggiungendoci una scalinata di 38 scalini protetta da due grandi statue.
Opere dallo scultore Carlo Chielli quella di sinistra rappresenta la “fede”, raffigurata con in mano un calice e quella di destra la “religione” nell’atto di leggere le leggi di Dio.
Il grande pronao decastilo sorregge il timpano sul quale troneggia la dicitura “ORDO POPVLVSQUE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS” e accompagna il visitatore all’ interno della chiesa dedicata alla Gran Madre di Dio: due cappelle laterali dedicate a San Carlo Borromeo e San Marco Evangelista e dietro l’altare maggiore una grande statua della Gran Madre di Dio realizzata da Andrea Gajazzi.
ORDO POPVLVSQUE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS
‘La nobiltà e il popolo di Torino per il ritorno del re’
La chiesa della Gran Madre di Dio è stata voluta dal Municipio di Torino per celebrare il ritorno del Re Vittorio I di Savoia avvenuto il 20 maggio 1814 fra gli applausi festosi della popolazione. La prima pietra fu posata il 23 luglio 1818 con la partecipazione del sovrano , raffigurato nella grande statua realizzata da Giuseppe Gaggini e posizionata difronte alla chiesa.
Il 20 maggio 1831 il luogo di culto venne solennemente consacrato stabilendo che il 20 maggio di ogni anno si sarebbero tenute solenni e pubbliche feste, corse di cavalli, distribuzione di pani bianchi ai poveri, fuochi d’artificio ed ovviamente una messa.
Tra i veri impegni stabiliti, uno in particolare decretava che un gruppo di persone scelte, i due sindaci e otto consiglieri con le insegne del popolo torinese dovevano, nello stesso giorno, recarsi alla Cappella del Regio Palazzo e alla Chiesa Metropolitana per venerare il sacro telo e successivamente, con il corpo ecclesiastico, recarsi in processione presso altre chiese di Torino stabilite “con plauso militare, col rimbombo dei tamburi, col suono delle trombe, coll’accordo dei musicali strumenti, attestino la comune letizia e si faccia intanto una triplice scarica di cannoni”.
Durante il regime fascista l’architetto Giovanni Ricci modificò la cripta della chiesa della Gran Madre di Dio per realizzare il Sacrario dei Caduti della I guerra mondiale.
Il 27 giugno 1932 un lungo corteo di 48 autocarri che trasportavano 3851 salme fasciate dal tricolore attraversò le vie cittadine per giungere alla chiesa della Gran Madre di Dio. Nello stesso anno, il 25 ottobre, il sacrario venne ufficialmente inaugurato alla presenza di Benito Mussolini.
E la magia?
Perfavore, siamo seri.
Indirizzo
Piazza Gran Madre di Dio