Cri? Cri! Una storia ....dolcissima!

Cri? Cri! Una storia ….dolcissima!

Cristina è una ragazza che vive nella Torino di fine ottocento, lavora in una sartoria e cuce gli abiti delle madamin della buona società torinese.  Nello stesso cortile di lei abita il giovane studente universitario che la chiama amorevolmente “Cri” ed ha una cottarella. Prima di ogni appuntamento il giovane passa nella pasticceria sotto i portici vicino a casa per acquistare le praline ricoperte di zucchero per la sua Cri.
Un giorno i due innamorati si danno appuntamento proprio davanti alla pasticceria ed, entrati nel locale, la commessa sente chiamare la ragazza col vezzeggiativo che era solito usare.
Da quella volta in poi quando il ragazzo entrava in negozio la commessa con un sorriso gli chiede ‘Cri?‘ e il giovane gli risponde sorridendo allo stesso modo ‘Cri!‘.
Il pasticciere, sentita la storia raccontata della commessa, decide di chiamare le sue praline “CRI? CRI!” in omaggio ai due giovani innamorati.

Cri? Cri! Una storia ....dolcissima!Questa è la storia, un po’ romanzata, del nome che è stato dato alla tipica specialità torinese che guarda caso, quando la assapori la mompariglia il suono  prodotto è proprio “CRI”.
L’invenzione del cioccolatino risale al 1880 circa e come tante golosità anche questa è nata inconsapevolmente come rimedio ad un errore. Un garzone pasticciere per recuperare una caramellatura sbagliata delle nocciole ha pensato di rimediare al danno ricoprendo queste ultime con cioccolato fondente. In questo modo sono nate le praline che ancora oggi ci deliziano nel periodo invernale, specialmente durante le festività natalizie.
Nel 1886 una pasticceria di Torre Pellice, in provincia di Torino, inizia la produzione dei famosi cioccolatini e già nei primi 900 le più importanti aziende dolciarie come la De Coster, la Talmone e la Caffarel hanno nel loro catalogo la golosa pralina che entra a pieno titolo nei salotti della Torino bene e che rende felici i bambini con la sua dolcezza.

Cri? Cri! Una storia ....dolcissima!Cri Cri

I Cri-Cri vedono la luce nella Torino della Belle Epoque, della FIAT, del Liberty, del fermento culturale dove nei caffè troviamo a conversare poeti e scrittori, forse il periodo più prospero per la nostra città.
Assaporare i Cri-Cri è un rito per i torinesi.
La carta variopinta con i bordi frastagliati a sembrare quasi una decorazione natalizia, la granella di zucchero che ricopre un finissimo cioccolato fondente con all’interno la nocciola (la dolce gentile di langa), quasi una matrioska di piacere. . . . . .  lo si può addentare a piccoli morsi o in un unico boccone ed aspettare che si sciolga in bocca e che gradualmente ci inebri con la sua dolcezza.

Negli anni settanta hanno avuto un periodo di decadimento, complice soprattutto la campagna contro gli zuccheri e i coloranti alimentari (la granella di zucchero colorata è successivamente stata sostituita con quella bianca).
Grazie alla volontà di alcuni artigiani pasticceri (tra questi la ditta Piemont ha fatto della Cri-Cri la sua specialità) la golosa pralina con i suoi sfavillanti colori è ricomparsa nelle vetrine dando la possibilità alla città di  riappropriarsi di uno dei suoi simboli.

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