Daniele Brusaschetto, un cantautore industrial

Daniele Brusaschetto, un cantautore industrial

Daniele Brusaschetto possiamo definirlo un “cantautore industriale”, un musicista che non ama scendere a compromessi: ha un idea precisa su cosa e come suonare e ancora più precisa su cosa e come cantare. Torino, a distanza di 20 anni non è ancora riuscita a dare il giusto riconoscimento ad una personalità che, al contrario, ha trovato all’estero un terreno più fertile e attento alla singolarità della sua produzione musicale.
Io, che scrivo, conosco Daniele Brusaschetto da 20 anni e l’ho sempre trovato un genio incompreso, un genio buono,  uno di quei personaggi che non troveranno mai pace e condivido con lui la propensione alla musica come forma di rifiuto a ciò che lede la naturale, pura e spontanea visione della realtà, un modo di fuggire con stile dall’oscurantismo culturale e sociale che tende ad uniformare il tutto.
Erano tanti anni che non prendevamo da bere qualcosa in compagnia, seduti, parlottando del più e del meno, dell’ultimo vinile acquistato o dell’ultimo pedalino per storpiare un altro poco il suono della chitarra. Oggi ci siamo incontrati e abbiamo cominciato a parlare della sua musica e della sua storia musicale, le domande sono un po’ create ad-hoc per dare un senso a questo articolo che nasce come intervista, si sviluppa attorno ad un bicchiere di succo di mirtillo, per tornare ad essere un intervista.

Daniele Brusaschetto, un cantautore industrialPerché hai cominciato a far musica?
Frustrazione! Frustrazione dovuta alla scuola che frequentavo, il Rebaudengo, l’istituto dei Salesiani. Mi sentivo a disagio, non mi piaceva, non sopportavo l’oscurantismo di quel posto e quell’autorità finalizzata a cosa…non lo so! Giravano cassettine di gruppi Metal e Death Metal, mi piacevano e a quell’età non avevo troppi problemi a manifestare i miei gusti. Ho cominciato facendo un corso di chitarra, sempre all’interno dell’ istituto, e in breve tempo ho trovato un modo di rendere più tollerabile l’ambiente che ero mio malgrado costretto a frequentare.
Poi,  i miei capelli lunghi  erano un problema, anche se non so se era la mia capigliatura o la copertina dei Kreator ‘Pleasure to kill’ dietro il mio quadernone.
Certo quella me l’ha strappata il professore d’inglese.

Brevemente, cosa hai fatto prima di diventare il musicista cantautore?
A 15 anni ho cominciato a far musica grazie al centro d’incontro di via Cigna dove era possibile suonare, conoscere e condividere la giusta dose di casino adolescenziale. Tutti, forse tutti, non li ricordo, ma, sono passato attraverso varie band con improbabili nomi che a distanza di anni penso fossero più che azzeccati: Shit for brains, Fallen Sloppy Dead e Mudcake. Si è passati dal far casino a girare tutti i posti dove era possibile suonare.

Daniele Brusaschetto, un cantautore industrialAdesso, sempre brevemente,  nel ’96 inizi il tuo percorso musicale da solista ‘Daniele Brusascheto’.
Nel ’96 ho cominciato a promuovermi come solista, facevo tutto io, dal promoter alla vendita dei Cd, dall’immancabile banchetto al bordo del palco a suonare sullo stesso palco. È stato un lungo periodo spesso faticoso, però mi ha dato tante soddisfazioni e mi ha portato a girare, non dico il mondo, ma quasi tutta l’Europa e gli Stati Uniti con una tournee di 10 date. In  questi 20 anni ho prodotto, non ricordo, un discreto numero di album che …. sono soddisfatto del lavoro fatto e non sono ancora stanco.

Scusa se ti chiedo di essere breve ma gli aspetti musicali sono marginali rispetto alla voglia di parlare di te. Torino?
Torino è la mia culla, ultimamente giro poco ma devo dire che Torino non è male. Sono stato ai Cappuccini e trovo fastidiosi i due parallelepipedi che deturpano il panorama. Non li posso buttare giù, purtroppo, ma almeno adesso posso fare la spesa al Carrefour di corso Montecucco. È figo, puoi comprare la carta igienica alle tre di notte e sembra di essere a New York. Figo!
Ci sono un sacco di posti per mangiare, ovunque e qualsiasi cosa, anche questo è figo, meno i mezzi pubblici, è un casino, vanno lenti e sono scomodi.
Mi piacciono tutte quelle pietre una sopra l’altra che formano il centro storico e la mia ragazza è di Livorno.

Daniele Brusaschetto, un cantautore industrialChe lavoro fai?
Faccio l’ OSS. Si, ok!  Daniele Brusaschetto è operatore socio sanitario all’interno di una struttura che si occupa di disabilità psico-fisiche.

Progetti futuri?
Chi lo sa?

Torino?
Torino!

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