Siamo nei primi anni trenta dell’ottocento tra i nuovi arricchiti di Torino ci sono i “cioccolatai”, con una nuova e redditizia attività che in breve tempo ha invaso il mercato della città. I torinesi non sanno resistere alla prelibatezza d’oltreoceano e contribuiscono a rendere fiorente il mercato. A Torino nasce il procedimento industriale della produzione del cioccolato, la tradizione dei maestri cioccolatieri unita alla lungimiranza di imprenditori locali fanno di Torino la capitale del cioccolato e danno vita ad una fiorente industria.
Un maestro cioccolataio, particolarmente intraprendente ha avuto modo di arricchirsi particolarmente e non disdegna l’ostentazione del suo nuovo status. Bella casa, abiti da sartoria, parecchi lavoranti e una carrozza.
Si, una carrozza, ma non una qualsiasi, trainata da quattro cavalli (i borghesi solitamente usavano una pariglia), carrozzeria completamente decorata con fregi all’esterno (da fanatico), interni di lusso tutti imbottiti e rivestiti in stoffe pregiate, ammortizzatori di ultima generazione, insomma una Ferrari dell’epoca!
Il nostro “ciculaté” ama particolarmente andarsene in giro per Torino, nelle ore di punta, per far sì che tutta la città possa ammirare la sua splendida e lussuosissima vettura.
Il re Carlo Felice di Savoia venuto a sapere della carrozza più bella di Torino, è irritato da tanta ostentazione e fa chiamare a corte l’imprenditore torinese. Il motivo della convocazione è molto semplice, gli chiede di moderarsi e di non esibire vezzi regali in quanto il Re di Sardegna, Cipro e Gerusalemme non può permettersi “’d fé na figüra da cicolaté” (solitamente dialogava in piemontese) non avendo nel suo parco macchine una carrozza di pari livello, è risaputo che Carlo Felice aveva i braccini corti!
Il cioccolatiere ha ubbidito? Non lo sappiamo, non abbiamo neppure la certezza che la storia sia realmente accaduta, ma ci piace pensarlo.
Comunque sia andata, vero o falso che sia, da questo episodio è nata la tipica espressione ‘fare una figura da cioccolataio’ quando si fa una brutta figura.
Da sapere: Ricordiamoci di chiamare i grandi artisti del cioccolato cioccolatieri e non cioccolatai!