Federico Sclopis nasce a Torino il 10 gennaio del 1798. Rampollo di nobile famiglia, dedito agli studi, appena ventenne si laurea in giurisprudenza all’università di Torino ed entra subito a far parte del panorama politico come collaboratore di Prospero Balbo (Ministro degli affari interni); a trent’anni diventa membro del Senato di Piemonte.
Notato da Carlo Alberto viene nominato Consigliere della Corona, e a lui vengono affidate soprattutto le scottanti relazioni tra Stato e Chiesa, successivamente il re lo nomina membro della Commissione dei Magistrati e Giureconsulti incaricati di predisporre lo Statuto Albertino.
Tra i suoi meriti vi è quello di aver fortemente voluto ed introdotto “l’articolo 28”, la prima norma che introduce in Italia la libertà di stampa “La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiera non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo” .
Vicepresidente del Senato del Regno d’Italia, Presidente, Consigliere provinciale di Torino, Consigliere comunale.
La sua carriera politica è tutta in ascesa, ma resta pur sempre un uomo tranquillo, amante delle lettere e delle parole. Federico Scoplis preferisce un buon dialogo alle manifestazione iraconde che spesso animano le sedute parlamentari.
Fino a qui nulla di particolare, uno dei tanti “grandi” uomini politici che hanno fatto l’Italia, ma Federico Sclopis non è solo Italia.
Federico Scloplis e La questione dell’ Alabama, 1871.
L’Italia è nata da poco, al governo si sta molto attenti alle questioni nazionali, ma un occhio è sempre puntato al di là del confine.
America ed Inghilterra sono ai ferri corti: l’America sta accusando l’Inghilterra di non aver rispettato le regole di diritto internazionale permettendo agli stati sudisti di armarsi ed approvvigionarsi in porti inglesi durante la guerra di secessione americana.
La crisi è nota come la Questione dell’Alabama, il primo arbitrato dell’epoca moderna.
L’America vorrebbe un risarcimento economico e si pensa di risolvere la “questione” con le armi. Fortunatamente i due governi decidono di sottoporre il caso ad un arbitrato composto da cinque arbitri, uno per nazione Inghilterra, Stati Uniti, Svizzera, Brasile e Italia. Il tribunale arbitrato siede a Ginevra sotto la presidenza dell’arbitro italiano: Federico Sclopis.
Il 4 settembre 1871 Sclopis pronuncia la sentenza condannando l’Inghilterra al pagamento di un indennità.
La decisione aggrada entrambe le parti soprattutto perché, grazie alla decisione presa, si è evitata una guerra. Come riconoscimento America ed Inghilterra donano a Federico Sclopis importanti pezzi in argento ora custoditi a Palazzo Madama.
Nell’ immagine la targa in via Milano, in prossimità di piazza Palazzo di Città, che ricorda il luogo di nascita di Federico Scloplis