La città di Torino deve la sua liberazione e la sua indipendenza dal governo francese al principe Eugenio di Savoia, il “Marte senza Venere” e comandante dell’esercito austriaco, che insieme al cugino Vittorio Amedeo II di Savoia e le sue truppe, ha impedito l’assedio di Torino del 1706.
La vittoria di questa battaglia, terminata il 7 settembre, è importante sia politicamente che militarmente. La sconfitta avrebbe provocato lo smantellamento urbano del Piemonte da parte dei francesi. Inoltre i Savoia sono riusciti a risollevarsi e a diventare indipendenti dal regime francese, che li assoggettava da oltre un secolo.
Per il Piemonte è stata una sofferenza unica, le principali roccaforti Susa, Vercelli, Ivrea, Chivasso erano capitolate in meno di due mesi. Una sola fortezza resistette per sei mesi, quella di Verrua Savoia.
La fortezza di Verrua Savoia, assediata dal 14 Ottobre 1704 al 9 Aprile 1705, si trova in luogo strategicamente favorevole: su un altura collinare ai piedi del fiume Po.
I francesi conoscevano molto bene le capacità difensive di questa fortezza dato che circa un secolo prima, nel 1625, durante la Guerra dei Trent’Anni l’esercito franco-sabaudo sconfigge l’esercito Spagnolo, comandati dal Duca di Feria.
Nel corso degli anni la fortezza di Verrua Savoia è oggetto di migliorie strategico difensive, effettuate probabilmente dall’ingegnere militare Vauban, un esperto di fortezze e inventore dei bastioni a stella.
Le modifiche adeguano la fortezza alle nuove tecniche di combattimento del ‘700. Polvere nera e cannoni vengono maggiormente utilizzati negli assedi insieme a gallerie sotterranee, gallerie di mina e contromina, che servono a distruggere le mura delle fortezze.
A Verrua Savoia si utilizzano questi sistemi di assedio ma dopo alcuni mesi si scopre che la vera forza della fortezza è il ponte di barche, un ponte costituito da chiatte ancorate al fondale del fiume dotate di piattaforme che permettevano il rifornimento di merci, armi, viveri e materiali, con la vicina piazzaforte di Crescentino.
I francesi utilizzeranno anche l’anno successivo la tecnica di mina, durante l’espugnazione della Cittadella di Torino, ultimo baluardo di resistenza sabauda.
L’intervento di Pietro Micca è provvidenziale: per impedire ad alcuni soldati francesi di penetrare nel cuore della fortificazione torinese, tenta di far saltare la galleria avversaria ma a causa dell’umidità la miccia si spegne. Accende per recuperare tempo una miccia più corta, tenta la fuga ma rimane coinvolto nell’esplosione e perde la vita per la salvezza di Torino.
Questo intervento permette di guadagnare tempo prezioso per l’esercito sabaudo che supportato dall’ esercito asburgico riuscirà ad ottenere la vittoria respingendo l’attacco francese.
Ancora oggi il 7 settembre nella Basilica di Superga, costruita proprio a partire dal 1706 per celebrare la vittoria dell’esercito sabaudo sui francesi, viene celebrato il Te Deum , preghiera a cui presero parte Vittorio Amedeo II e Eugenio di Savoia dopo la vittoria.
La Fortezza di Verrua Savoia
aperto solo la DOMENICA
dalle ore 15.30 alle ore 18.30
nel periodo dal 15 marzo al 5 ottobre.
www.roccaverrua.it
Telefono: 011/19838708
Fax: 011/19858708
Verrua Savoia
PRESUNTO EPISTOLARIO
Quello che segue è epistolario fantastico avvenuto tra Duca Amedeo II di Savoia e suo cugino, il principe Eugenio di Savoia, comandante dell’esercito asburgico durante l’assedio di Torino, avvenuto dopo la presa della Fortezza di Verrua Savoia caduta il 9 aprile 1705.
Duca Vittorio Amedeo II Francesco di Savoia, Duca di Savoia, Marchese di Saluzzo e del Monferrato, principe di Piemonte e Conte d’Aosta, Moriana e Nizza al
Principe Eugenio di Savoia, il Gran Capitano dell’esercito asburgico
22 aprile 1705 Chivasso
Cugino, ti scrivo dal forte di Chivasso- Castagneto per informarti che pochi giorni fa la fortezza di Verrua Savoia è crollata in mano ai francesi. Il 14 Marzo, lasciata la fortezza al comando del generale Von Fresen, mi sono recato a Chivasso.
Von Fresen e i suoi uomini hanno difeso la fortezza nel migliore dei modi ma tutto alla fine è stato vano.
Verrua Savoia, collocata in un punto cruciale tra pianura, le colline del Monferrato e le colline torinesi, utilizzava un ponte di barche per rifornirsi di viveri, armi e strumenti con la piazzaforte di Crescentino. Il duca di Vendôme fino a febbraio non ha capito l’importanza di questo ponte strategico e ha cercato di prendere terreno con la tecnica di mina. Tuttavia abbiamo sempre respinto in modo efficace i suoi attacchi grazie alle gallerie di contromina.
Con l’arrivo dell’ingegnere Lapara De Fieux all’inizio di Marzo il ponte viene attaccato e la fortezza inizia il lento declino finché nella mattinata del 9 aprile scorso mi arriva una lettera del comandante von Fresen che mi informa sulla resa della fortezza sabauda.
Eugenio, la salvezza del Piemonte dipende dalla tua avanzata, cercherò di far sudare a quei francesi il ducato che i nostri avi fondarono e resero grande.
Amedeo
Principe Eugenio di Savoia, Gran Capitano dell’esercito austriaco a
Duca Vittorio Amedeo II Francesco di Savoia, Duca di Savoia, Marchese di Saluzzo e del Monferrato, principe di Piemonte e Conte d’Aosta, Moriana e Nizza
13 Maggio 1705
Amedeo, ho letto la tua missiva e sono molto preoccupato perché i francesi sono davvero intenzionati a prendere rapidamente tutto il Ducato. Fortunatamente la strategia militare del Duca di Vendôme ha fatto perdere un po’ di tempo ai francesi e nulla è perduto. La fortezza di Verrua Savoia, grazie alla sue fortificazioni difensive all’avanguardia con i tempi, costruite probilmente dall’ingegnere militare Vauban, ha saputo resistere il tempo necessario. Tra circa un anno riuscirò ad arrivare a Torino e militarmente saremo due fronti contro uno solo e in questo modo la vittoria sarà più facile da ottenere.
Eugenio.