Fin dall’ anno mille i Savoia occupavano un ruolo di rilievo, da una piccola contea al di là delle alpi diventano padroni di una grossa porzione di territorio tra la Francia e l’Italia.
I Savoia erano molto abili a stringere alleanze al fine di acquisire potere e territori, sapevano come muoversi per fare “carriera” ed acquisire il potere necessario per ampliare la propria contea.
Sembra che la scalata al potere dei Savoia abbia percorso le vie del palato; lo racconta Felice Consolo nel suo libro “La cucina del Piemonte” dove lo studioso narra di un fatto avvenuto nella prima metà del quattordicesimo secolo.
È il 1348 l’Europa è in continua evoluzione, peste, guerre, carestie e giochi di potere, la corona imperiale di Germania era scoperta ed erano molti gli aspiranti al posto vacante, tra loro Carlo di Lussemburgo che si trovò a passare da Chambery nel 1348 e soggiornò per alcuni giorni presso il castello dove risiedeva il quattordicenne Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde, con i suoi tutori Luigi II di Savoia Vaud e la consorte Margherita di Chalon.
C’è eccitazione a palazzo, sta arrivando Carlo di Lussemburgo e soggiornerà a palazzo per alcuni giorni, tutti sono in fermento; come conquistare le benevolenze di Carlo?
I Savoia sono convinti che tra i cinque pretendenti al trono germanico Carlo è il più vicino ad acquisire l’ambito regno.
Che fare? Che inventarsi per tenerselo buono?
Il giovane Amedeo si confronta con i suoi consiglieri, ed ecco un’idea: proviamo a prenderlo per la gola, e allora, via alle cucine per la preparazione di sontuosi banchetti con ogni sorta di prelibatezze.
Tutti a tavola il pranzo di gala è servito.
Ad un certo punto suonano le trombe ed ecco l’entrata del Giovane Conte, ovviamente tutto vestito di verde, mascherato ed in sella al suo destriero e a seguire, su un grande piatto in argento, un dolce raffigurante il maniero sabaudo con in cima il lo stemma lussemburghese.
La rappresentazione vuole simboleggiare il riconoscimento di casa Savoia al potente ospite, il suo diritto di cingere la corona imperiale e che il Conte si considerava un suo vassallo; una coreografia spettacolare ed un dolce squisito che colpisce il futuro Re dei Romani.
Investito della Corona pochi anni dopo, Carlo IV non si dimenticò del principino e del suo squisito dolce, Amedeo VI fu nominato Duca e successivamente, Vicario Imperiale.
Chissà se senza il prelibato “gateau di Savoia”, la corte sabauda sarebbe arrivata fino a Torino….
Vi proponiamo la ricetta del gateau di Savoia tratta e tradotta da “Il cuoco piemontese perfezionato a Parigi” del 1766.
Il gateau del Conte Verde
Ingredienti:
6 uova
350 gr. zucchero
175 gr. farina
scorza di ½ cedro (o limone)
zucchero a velo q.b.
burro q.b.
Con l’aiuto di una planetaria, montare i tuorli d’uovo con lo zucchero e la scorza di limone, montare il composto per almeno dieci minuti, fino a che sarà chiaro e gonfio.
A parte montare gli albumi, con un pizzico di sale, a neve ferma.
Incorporare delicatamente metà degli albumi al composto di tuorli, poi unire la farina setacciata al composto facendola cadere lentamente, sempre mescolando delicatamente in modo da amalgamarla perfettamente. unire l’altra metà degli albumi mescolando delicatamente con una spatola dall’alto verso il basso, in modo da non smontarli.
Al termine otterrete un impasto gonfio e sodo allo stesso tempo.
Versare l’impasto in una teglia a cerniera, imburrata ed infarinata e cuocere in forno tradizionale a 180° per circa 45 minuti.