Fare due passi tra le aiuole ed i monumenti dei giardini La Marmora fa venire in mente il brano di Edmondo De Amicis tratto dal libro Cuore quando descrive la sfilata delle forze armate in Piazza Castello in occasione della festa Nazionale. “… e i bersaglieri, l’antico dodicesimo battaglione, i primi che entrarono in Roma per la breccia di Porta Pia, bruni, lesti, vivi, coi pennacchi sventolanti, passarono come un’ondata d’un torrente nero, facendo echeggiare la piazza di squilli acuti di tromba che sembravan grida d’allegrezza”
I giardini La Marmora sono intitolati ad uno dei generali più importanti del Risorgimento italiano, Alessandro La Marmora.
Vengono progettati nel 1863 da Barillet-Deschamps, famoso architetto giardiniere e paesaggista francese, e ospitano due monumenti dedicati al corpo dei bersaglieri. Il primo, realizzato da Giuseppe Cassano nel 1867, è una grande statua che raffigura Alessandro La Marmora , mentre il secondo è stato realizzato da Giorgio Ceragioli nel 1936 in occasione del centenario dell’istituzione dell’ Arma dei Bersaglieri.
I giardini ospitano svariate piante come magnolie, querce, tigli, ippocastani, ginkgo e platani centenari che riescono a rinfrescare i torinesi nella torrida canicola estiva di Torino. Inoltre le innumerevoli varietà di fiori e le gradevoli sfumature di colore allietano le passeggiate dei viandanti invitandoli ad una sosta.
Giardini La Marmora
Anche i giardini La Marmora sono segnati dall’amore di Dario Argento per la città di Torino.
In “Quattro mosche di velluto grigio” in una delle scene iniziali del film, il protagonista si trova a spasso in un giardino e soffermandosi a giocare a palla con alcuni ragazzini, scopre di essere seguito da un uomo col cappello. Nella pellicola i giardini torinesi si riconoscono chiaramente, così si riconosce via Cernaia ed i tram che la attraversano.
Nonostante i quarantanni passati, poco è variato da allora. Unica piacevole differenza: la bellissima aiuola con l’occhialuto omino bianco che scruta i passanti.