I tempi cambiano ma per raggiungere la perfezione i metodi sono sempre gli stessi, esercizio, gavetta e talvolta una predisposizione che solo madre natura può dare, come nel 1720 quando a Graglia, piccolo paese in provincia di Biella, nasce Giovanna Astrua.
La giovane cantante dimostra fin da subito una dote naturale per il canto e la musica che educa andando a Milano dove si forma per esordire a Torino nel 1737.
Inizia nella capitale Sabauda la carriera artistica della voce più bella d’ Europa, come ebbe a definirla Voltaire. In breve tempo la sua fama la porta in tutti i teatri italiani e successivamente in Germania dove Giovanna Astrua si stabilisce come cantante alla corte di Federico II.
La sua voce non passa inosservata e la sua fama raggiunge tutte le corti europee.
Giovanna Astrua canta per Vittorio Amedeo III
Nel 1750 viene richiesta espressamente dai reali sabaudi che la vogliono per cantare durante il matrimonio di Vittorio Amedeo III con Maria Antonietta Ferdinanda. In quella stessa occasione, finito probabilmente il matrimonio, si esibisce anche dove oggi sorge la Gran Madre: ai tempi esisteva un tempietto pagano perfetto per rappresentare ‘Fetonte sulle Rive del Po’, opera composta dal torinese Giovannantonio Giaj sul libretto di Giuseppe Baretti, luogo dove secondo la leggenda Fetonte sarebbe caduto dal suo carro.
Pochi anni dopo si ritira dalle scene a causa di problemi alla voce e purtroppo nel 1757 la tubercolosi spegne la giovane e grande cantante.