Una donna Mazziniana
A Torino lungo via Mazzini, al numero 20, potete osservare l’iscrizione dedicata a Giuditta Bellerio Sidoli, una delle donne più importanti del risorgimento che ha creduto e combattuto per uno stato unito, l‘Italia.
L’iscrizione è costituita dal seguente testo:
IN QUESTA CASA VISSE PER UN VENTENNIO
GIUDITTA SIDOLI
COLLABORATRICE DELLA GIOVINE ITALIA MAZZINIANA
SAGGIA CONSIGLIERA DI AMOR PATRIO SEMPRE
MILANO 16.I.1804 – TORINO 22.III.1871
TORINO LA RICORDA CON ORGOGLIO
AUSPICE L’ASSOCIAZIONE MAZZINIANA ITALIANA
21.10.1951
Giuditta Bellerio Sidoli, figlia del magistrato del Regno d’Italia Andrea Bellerio, nasce a Milano il 16 gennaio del 1804 e sposa a soli sedici anni Giovanni Sidoli, grande e ricco proprietario terriero modenese iscritto alla Carboneria. Nel 1821 segue in esilio volontario il marito in Svizzera, che stava sfuggendo dall’accusa di arresto di Francesco IV d’Este.
Perso l’affidamento dei quattro figli a causa del suocero, fedele alla causa iniziata da Francesco IV, Giuditta Sidoli rientra, grazie a Ciro Menotti in Italia e partecipa ai moti di Reggio Emilia del 1831.
Il fallimento dei movimenti di ribellione la costringono a nuovi esili a Lugano e a Marsiglia.
Giuditta Sidoli e Mazzini
A Marsiglia, Giuditta inizia una relazione con Giuseppe Mazzini, fondatore del movimento della Giovine Italia, fonda con lui il giornale ” La giovine Italia” Finita la relazione con Mazzini, arrestata a Modena e trasferita a Milano nel 1850 dal generale Radetzky, la mazziniana non viene reclusa in carcere grazie alla minore severità verso i nobili da parte del neo generale austriaco Gyulai.
Nel 1852 si trasferisce a Torino e da vita a un salotto politico frequentato dalle maggiori personalità risorgimentali dell’epoca.
Giuditta Bellerio Sidoli, ammalatosi di tubercolosi nel 1868, muore nel 1871 di polmonite rifiutando i sacramenti religiosi; la salma venne sepolta presso il cimitero monumentale di Torino.