Ovviamente parlare degli Statuto non è facile, la loro musica non è semplicemente la giusta sequenza di 12 note, ma un’ espressione che rivendica la loro appartenenza alla città di Torino, il loro sentirsi Torinesi, il loro sentirsi cittadini tra tanti e non tra pochi.
Ho avuto modo di passare un po di tempo con Naska che, anche se non era sul palco nel lontano 1983 durante il primo concerto alla Tesoriera nel contesto della Festa dell’ unità del PCI che oggi sembra chiamarsi PD, è entrato subito a far parte del gruppo originario della band torinese che più di tutte si può definire torinese. Poco importa se i riferimenti musicali arrivavano da oltre manica, le contaminazioni hanno sempre rappresentato una possibilità di crescita culturale per l’uomo e quando trovano casa nel cuore di qualcuno, uno stile diventa unico, con un preciso marchio di fabbrica.
Una discussione che doveva essere forse musicale è diventata velocemente uno scambio di ricordi e curiosità come la più stupida di tutte: perché piazza Statuto?
Il gruppo prende il nome dall’omonima piazza dove ancora oggi, dopo oltre 30 anni, si incontrano i Mods cittadini. Al numero 18, e non in centro alla piazza come ingenuamente pensava il giovane Naska che sperava di incontrare i nuovi amici, si riunivano i primi Mods Torinesi che condividevano la necessità di avere un identità propria. Di questo si parla!
Punk, Dark (si chiamavano così negli anni ’80), Metallari o Mods, la necessità era quella di non accettare omologazioni ma rivendicare una propria identità utilizzando la musica come collagene.
In questo clima di opportunità, l’assenza di cellulari e Internet certo facilitava le possibilità di confronto, i soliti ragazzi con la chitarra in mano danno vita agli Statuto che, come si usava fare una volta, iniziano la gavetta. Concerti, tanti concerti, tanta musica e un’ impronta che è diventata una bandiera che difficilmente sarà possibile portaglierla: Gli statuto sono un gruppo di Torinese, vivono del loro essere torinesi e suonano la nostra Torino. Non sono ciechi, anzi: la prima cattedra di ‘Oscar’ (si! è un professore) è all’origine del loro singolo ‘Ghetto’ nel lontano 1987, uno spaccato di Torino, di una gioventù costretta a confrontarsi con un disagio sociale che esisteva e ultimamente sembra tornare realtà.
Ghetto e il singolo precedente dell’86 (Io dio) danno agli Statuto una certa notorietà a livello nazionale: suonano musica SKA, cantano in italiano e raccontano la realtà e gli spaccati sociali della grande metropoli.
Qui taglio le tante parole con Naska e la racchiudo in un solo periodo: nel 1988 esce il primo album ‘Vacanze’ seguito da un minialbum ‘Senza di lei’ nel 1990. Nel ’91 pubblicano ‘Qui non c’è il mare’, nel 1992 partecipano al Festival di Sanremo con ‘Abbiamo vinto il Festival di Sanremo’ ed esce l’ album ‘Zighida’ poi….. nella loro lunga carriera di oltre 30 anni gli Statuto hanno pubblicato la bellezza di 19 album e hanno raccolto anche qualche dispiacere…
In occasione del Traffic del 2004 fu organizzata una serata dove si esibirono i gruppi torinesi più importanti. Destino vuole che qualcuno si dimenticò di invitare gli Statuto e l’errore porto ad un istintivo rifiuto di suonare nella loro città fino al 2010 quando, sempre al Traffic, suoneranno in compagnia dei The Specialist e Paul Weller.
Fin qui gli Statuto come band ma il mio incontro è stato con Naska:
Torino è sempre stata una perla, una perla ben nascosta che, dopo tanta fatica, adesso fa bella mostra di sé. Ma le perle luccicano, non si mangiano. Una certa forma di degrado la sta circondando, le situazioni da ghetto non sono un ricordo del passato ma una realtà che sta tornando e resta ancora più nascosta di una volta.
In vista del 2006 sono state fatte promesse sulla cultura, ma sono rimaste promesse. Le proposte sono tante e sempre di alta qualità ma le possibilità per i torinesi sempre meno e non stupisce visto che la nostra cultura identifica il musicista come un fancazzista e la cultura come una spesa e non un’ opportunità.
Manca quell’entusiasmo che c’era una volta, quando l’ esperienza era una componente della vita e non una fase da saltare.
Prendi i Talent-Show, assolutamente poco realistici, manca tutto quello che definisce un musicista, studiare mentre sposti gli amplificatori, fare esercizio mentre carichi il furgone, cantare senza sapere dove e come dormirai alla fine del concerto. Ste cazzo di Cover Band che contribuisco ad un certo appiattimento culturale togliendo spazio e opportunità a chi vede la musica come forma di espressione e riscatto.
Non è sentirsi vecchi, ma constatare che tutto luccica, ma c’è tanta forma nelle cose e poca sostanza.
L’ alternativo di oggi è sempre più un fighetto che spara sentenze senza neanche voglia di mettersi a confronto con quello che vede.
La storia è finita? Assolutamente NO!
Da poco è uscito l’ultimo album degli STATUTO “Amore di Classe” prodotto con la collaborazione di Max Casacci dei Subsonica.
Vi proponiamo il video di ‘Batticuore’ invitandovi ad ascoltarlo attentamente perchè personalmente (io che scrivo) non sopporto chi ascolta musica tanto per far qualcosa o perchè non ha niente da fare, la musica è vita.