In piazza Maria Teresa, un po’ fuori dai soliti itinerari turistici della città di Torino, si trova il monumento dedicato al generale Guglielmo Pepe.
Realizzata nel 1858 da Stefano Butti, inizialmente la statua viene collocata nel giardino dei Ripari per essere spostata pochi mesi dopo nell’attuale posizione.
Ma chi era questo famoso generale che ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita a Torino…
Guglielmo Pepe viene al mondo a Squillace il 13 febbraio del 1783, pochi giorni dopo il terribile terremoto che colpì la Calabria in quell’anno. Nasce in una famiglia numerosa, ben ventun fratelli e come il resto dei figli maschi viene messo in collegio a soli sette anni.
La vita del collegio non si addice al giovane Guglielmo e pochi anni dopo, pur di evadere dagli schemi rigidi di un collegio di fine settecento, con un escamotage, a soli quattordici anni riesce ad entrare alla scuola militare Nunziatella di Napoli.
Nel 1799 si arruola nell’esercito della Repubblica Napoletana combattendo contro l’esercito borbonico del Cardinale Ruffo. Ferito e fatto prigioniero dai realisti si salva grazie alla giovane età ma viene esiliato in Francia.
Nello stato transalpino si arruola nella legione italiana e combatte a Marengo al fianco di Napoleone Bonaparte e successivamente, sempre nel servizio francese, al comando di una brigata in Spagna.
Con il ritorno dei Borboni, Guglielmo Pepe ritorna a Napoli nell’esercito Borbonico impegnato nella lotta contro il brigantaggio in Calabria, ma con lo scoppio dei moti del 1820 gli viene affidato il comando della terza divisione militare con l’incaricato di sedare le rivolte . . . . . . . incredibilmente Guglielmo Pepe entra a Napoli in testa agli insorti e diventa comandante supremo dell’esercito.
GUGLIELMO PEPE
In quella che è ricordata come la prima battaglia del Risorgimento, il 7 marzo 1821, Guglielmo Pepe viene sconfitto dall’esercito austriaco nei pressi di Rieti e nuovamente costretto all’esilio in Inghilterra prima e nuovamente in Francia, poi.
Ritorna in Italia dopo l’amnistia del 1848 e prende il comando dell’esercito Borbone di Ferdinando II contro gli austriaci.
Il 15 maggio dello stesso anno viene richiamato a Napoli dal Re delle due Sicilie, ma Guglielmo Pepe rifiuta l’ordine e, al comando di duemila uomini, entra a Venezia dove viene nominato generale in capo dell’esercito da Daniele Manin. Con la caduta di Venezia Guglielmo Pepe è di nuovo in esilio, Corfù, Malta, Genova ed infine Parigi.
Nell’aprile del 1855 Guglielmo Pepe torna in Italia, a Torino. Viene ospitato a villa Radicati nella collina torinese dove muore l’8 agosto dello stesso anno.
Inizialmente sepolto nella chiesa della Gran Madre di Dio, nel 1863 definitivamente traslato a Napoli.