Corso Regina Margherita all’angolo con via Vanchiglia, un edificio in mattoni rossi intervallati da mattonelle in ceramica bianca e decorazioni Liberty qua e là, attira la mia attenzione, sono i Bagni Municipali di via Vanchiglia, dove tante storie sono state vissute.
A metà ottocento Torino conosce la nuova realtà delle fabbriche e come in tutta europa si ripete sempre la stessa storia.
L’espandersi degli opifici ha come conseguenza la necessità di nuove abitazioni per gli operai che arrivano nella grande città alla ricerca di una stabile occupazione. L’incremento della popolazione, costretta perlopiù a vivere in spazi sovraffollati, l’ideologia igienista dei primi anni del XX secolo e le premesse dell’Art Nouveau intente a favorire la promozione sociale spingono il Comune ad impegnarsi per la costruzione di bagni e lavatoi pubblici nei diversi quartieri cittadini. Nei primi anni del novecento solo gli alloggi delle classi borghesi erano provviste di bagno, nelle abitazioni popolari i bagni erano solitamente in comune e trovavano posto sui ballatoi.
Una delle zone con il maggior numero di fabbriche, e quindi di operai con le loro famiglie, è senza dubbio il borg dal fum, da qui la necessità di costruire nel quartiere Vanchiglia bagni adeguati atti a soddisfare le esigenze dei cittadini.
L’incarico della progettazione dei bagni pubblici per la città viene affidato, nel 1901, all’architetto Camillo Dolza impiegato presso l’Ufficio Lavori Pubblici del Comune.
I bagni di via Vanchiglia vengono costruiti nel 1908 in uno stile liberty sobrio ed equilibrato; sono caratterizzati dalla cura nelle rifiniture, dalla luminosità dei suoi spazi, dalla qualità dei materiali utilizzati e con un occhio di riguardo allo scopo principale del progetto: la funzionalità.
L’edificio, situato all’angolo tra corso Regina Margherita e via Vanchiglia, ha un corpo centrale su due piani e due ali, che dividono naturalmente il settore femminile da quello maschile. I due corpi laterali, ad un unico piano fuori terra, si protendono lungo le due vie e sono coperti da ampi terrazzi che probabilmente, in tempi passati, venivano utilizzati per asciugare la biancheria utilizzata dagli ospiti.
In origine la costruzione era provvista da 12 cabine con vasca e 19 con doccia; nel 1941 dopo un accurato restauro i locali vengono ampliati e modernizzati, dotati di di lavabo con acqua calda e fredda, specchio e sgabello.
Nei primi anni quaranta il costo per “prendere un bagno” è di sole due Lire, una Lira e quaranta per una doccia comprese di biancheria.
I Bagni Municipali di via Vanchiglia sono tutt’oggi in funzione, sono cambiati i tempi e la tipologia di clientela, ma non le necessità…
Curiosità: quando nel 1901 il Torino ha deliberato la costruzione di un bagno pubblico per ogni quartiere, il New York Times ha citato Torino come città moderna ed esemplare.
Bei tempi!?