Il canale Michelotti diventato parco Michelotti

Il canale Michelotti diventato parco Michelotti

1800, un lungo viale alberato costeggia da una parte il fiume Po e dall’ altra un ricco canale (meglio ancora bealera) dedito all’alimentazione dei mulini che arrivano fino al Santuario della Madonna del Pilone. Anni ’30 del novecento,  il viale alberato è ancora lì ma il canale non c’è più . . . che è successo?

È necessario iniziare dicendo che Torino, ricca di corsi d’acqua, ha da sempre sfruttato la possibilità di utilizzare l’energia idraulica per soddisfare le necessità cittadine sempre più crescenti.
Lungo il Po, dove la portata dell’acqua è maggiore, venivano ormeggiati dei mulini natanti utilizzati per la macinatura dei grani, grandi mulini a pale che sfruttavano la corrente del fiume anziché la caduta dell’acqua. I primi documenti storici che parlano dei mulini natanti, risalgono alla metà del XV secolo, dove vengono per la prima volta citati “i mulini del Pilone” posti su barconi galleggianti ancorati alla riva con enormi catene. A differenza dei mulini posti sulla Dora o negli altri fiumi torinesi, quelli da grano del Po non avevano problemi di siccità, ma ahimè le alluvioni erano ricorrenti e innumerevoli le controversie legate all’ostacolo che gli stessi avevano sulla navigazione, allora molto diffusa.

Po e Diga Michelotti

Alla fine del ‘700, per smorzare gli animi, il comune decide di trasferire i mulini sulla riva destra del Po, ma la forza dell’acqua sulle sponde del fiume non è sufficiente al corretto funzionamento delle pale. Il comune decide allora di affidare  all’architetto Ignazio Michelotti la costruzione di un canale dedicato ad alimentare i mulini senza interferire con la navigabilità e consentire la messa in sicurezza degli stessi.
Il canale entra in funzione nel 1816 alimentato da una diga ad arco posta nei pressi del ponte Vittorio Emanuele I che permette la costante portata d’acqua necessaria a far funzionare i mulini e la realizzazione di  alcune diramazioni irrigue per soddisfare le necessita dei piccoli appezzamenti di terreno posti nelle zone adiacenti.

Parco Michelotti

Il canale era separato dal grande fiume da un lungo viale alberato meta di gite domenicali da parte di tanti torinesi: lo stesso Nietzsche era un assiduo frequentatore dell’ombroso viale durante il suo tormentato soggiorno torinese e, per i più curiosi, nel 1884 Gustave Eiffel realizzò un ponte metallico per raggiungere lo ‘struscio’ domenicale.

Alla fine degli anni ’30 del novecento, venendo meno la necessità dei mulini idraulici, sostituiti con macchine più moderne e veloci, il canale viene ricoperto con le macerie ricavate dalla demolizione di via Roma e al suo posto sorge il grande parco Michelotti di cui possiamo godere ancora oggi.

CANALE MICHELOTTI
In riva al fiume il placido canale
Guarda dalle giallastre acque fuggenti
Errar gli amanti, lungi alle cadenti
Ombre del solitario alto viale ;
Ascolta l’amoroso inno che sale
Palpitando fra i rami, ode le ardenti
Parole e le promesse e i giuramenti
Susurrar sotto il verde arco ospitale.
Ma il canal che da tanti anni le mille
Viltà conosce, e orribili ha raccolto
Segreti di morenti ampie pupille;
Il placido canal par che sorrida…
Laggiù, fra le confuse onde travolto,
Galleggia il corpo d’una suicida!

(Giuseppe Deabate – Il canzoniere del villaggio – F.Casanova Editore – Torino 1897)

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