La collina è sempre stata una delle mete preferite dai torinesi fin dai tempi antichi. I reali sabaudi hanno fatto costruire bellissime residenze come Villa della Regina e la Vigna di Madama Reale (Villa Abegg) dove amava soggiornare Jeanne Baptiste D’Albert de Luynes e anche le casate nobiliari di Torino non rimasero indifferenti al fascino della collina.
Nel 1737, il marchese di Ormea, braccio destro di Vittorio Amedeo II e signore di Cavoretto, decise di farsi costruire una villa di rappresentanza degna del suo stato e spianata la collina, iniziò la costruzione della residenza. I lavori però si interruppero quando Carlo Emanuele III, che frattanto era succeduto al padre, si accorse che l’edificio somiglia più ad un castello che a un palazzo: il Re non vedeva di buon occhio una fortezza che dominava su Torino, soprattutto nell’eventualità di occupazione nemica.
Spianato il tutto della villa rimasero solo i terrazzamenti e alcuni muraglioni di basamento.
Alla fine degli anni cinquanta, Pietro Bertolotti, direttore del servizio Alberate e Giardini del Comune di Torino progetta il primo Parco Europa, più piccolo di quello che conosciamo oggi.
In occasione dell’esposizione internazionale di Italia 61 il ‘Parco Europa’ viene rivisto e assume le forme attuali ospitando tra le varie opere l’ ovovia che collega il parco con i grandi saloni espositivi di Corso Unità d’Italia. Oggi dell’opera, quasi futuristica, non rimane che un’anonima costruzione in cemento armato seminascosta dalla vegetazione.
I 12 ettari di parco, con una spettacolare vista su Torino, grazie all’esposizione favorevole raccoglie diverse specie botaniche tipiche dei climi mediterranei.Tigli, cedri del libano, olivi, palme, pini e castagni danno un ombroso riparo dalla canicola estiva e soprattutto un riparo ideale per sfuggire al caos della città.