Se nel 1908 ebbe inizio l’avventura aeronautica di Torino, quella dell’ uso degli idrovolanti la seguì poco dopo, sviluppandosi a mano a mano che la tecnologia avanzava e la frenesia di volare, coprendo in poco tempo grandi distanze, si impadroniva di un numero sempre più elevato di appassionati.
Gli idrovolanti avevano iniziato a comparire e a essere collaudati a sud della Francia intorno al 1910, resi interessanti dal poco spazio che richiedevano per decollare e atterrare.
Il capoluogo sabaudo, fedele alla propria indole riflessiva, impiegò un po’ di tempo prima di adottare il mezzo per il trasporto dei civili, ma per non essere tagliati fuori da un progetto che prometteva un grande avvenire, finalmente, nel 1926, l’amministrazione fascista diede il via libera alla costruzione di un hangar e di un pontile di imbarco tra ponte Isabella e il vecchio ponte Maria Teresa, ormai già Umberto I e la città entrò come scalo nella tratta Trieste-Torino-Trieste, insieme a Pavia e Venezia: sull’ idrovolante i posti per i passeggeri erano solo cinque, il biglietto costava una cifra esorbitante, pari allo stipendio medio mensile di un impiegato di concetto, riservato, perciò, solo a pochi fortunati nababbi o alle autorità cittadine; il volo, la cui rotta seguiva il percorso del Po e permetteva di ammirare un paesaggio suggestivo, durava quasi sei ore.
L’ attività dell’ idroscalo torinesi proseguì fino al 1934, quando l’ hangar venne dismesso e, successivamente, trasformato in ristorante.
Nel 1954 la vecchia struttura, diventata improvvisamente di intralcio alla navigazione, fu abbattuta e al suo posto comparve una lapide commemorativa del vecchio imbarco ‘demolito per esigenze di transito’, di cui oggi restano solo più alcune sbiadite fotografie.
I torinesi, digerita molto male la decisione della giunta comunale, di cui non compresero mai le vere ragioni, salutarono con malinconia un altro pezzo del loro passato.
*Il primo volo commerciale d’Italia partì il 1 aprile del 1926 collegando Torino a Trieste con scalo a Pavia e Venezia.
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