Quando, intorno alla metà del XVIII secolo, nacque l’esigenza di mettere un pò di ordine nei mercati di Torino, le attività ambulanti iniziarono a spostarsi lentamente verso Porta Palazzo. Nel sottosuolo dell’attuale Piazza Emanuele Filiberto, che prese il nome di Contrada delle Ghiacciaie, vennero costruite alcune strutture per la conservazione delle merci deperibili: si trattava di tre vasti locali sotterranei suddivisi in quattro piani, ubicati tra l’ultimo tratto di via Sant’Agostino e via delle Orfane, che in origine ebbero forma elicoidale, degradante verso il basso, per consentire ai carri di scendere e salire agevolmente.
La bassa temperatura all’interno di essi era ottenuta stipandovi e pressandola neve raccolta nei campi durante l’inverno e quando la stagione invernale era troppo mite, squadra di operai partivano alla volta del Moncenisio per procurarsi la materia prima direttamente dal ghiacciaio.
Nel 1887, a causa delle mutate esigenze del mercato, che nel frattempo si era andato espandendo, la giunta municipale deliberò una modifica delle ghiacciaie settecentesche. Furono costruite nuove strutture, formate da due edifici rettangolari, un corridoio anulare e due vani circolari, dove le varie merci potevano essere conservate separatamente in ottemperanza alle norme igieniche vigenti, ma dove furono sempre la neve o il ghiaccio del Moncenisio a mantenere la temperatura richiesta.
Strano, ma vero, le ghiacciaie di Porta Palazzo rimasero in funzione fino alla fine degli anni ‘60 del novecento, poi, lentamente, vennero soppiantate da più moderni sistemi di conservazione e furono dimenticate. Quando, all’alba del terzo millennio, a Porta Pila fu decisa la costruzione del Palafuskas con relativo parcheggio sotterraneo, i primi scavi riportarono alla luce antiche strutture, che fortunatamente furono salvate.
Oggi si possono visitare e ci parlano del tempo in cui il freddo doveva essere creato con la neve e l’aria condizionata selvaggia non esisteva ancora.
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