Non c’è niente di magico nell’obelisco situato nel piazzale difronte all’Eremo dei Camaldolesi e a poche centinaia di metri dai ripetitori della Rai. Si tratta della Fontana dell’Eremo, purtroppo in disuso da decine d’anni, abbandonata a se stessa e da alcuni, per fortuna pochi, spacciata come simulacro, non ben spiegato, legato alla Torino Magica che spesso non risponde alla semplice curiosità di sapere cos’è quello o cos’è quell’altro.
Oggi, guardandola si rimane indifferenti e senza risposte, scritte imbrattano la sua superficie, il tempo la sta consumando e il compito più nobile che ricopre è quello di far compagnia a chi, vicino a lei, aspetta l’arrivo dell’autobus diretto verso Torino.
Il suo scopo però era ben altro, lasciare ai posteri il ricordo di una grande conquista che oggi a molti farebbe ridere: il municipio di Torino aveva portato l’acqua al di sopra dei 400 metri della collina Torinese, luogo che non era mai stata troppo generoso nel dispensare acqua.
Da decenni esisteva il problema dell’approvvigionamento dell’acqua in una zona che, nel dopoguerra, si configurava ideale per lo sviluppo residenziale e per le gite dei Torinesi che, grazie alla diffusione dell’automobile, guardavano alla collina come luogo di distrazione dalla sempre più caotica ed industriale Città di Torino.
Erano gli anni in cui l’Azienda Acquedotto Municipale, dopo la sensata concentrazione della gestione delle acque alla cosa pubblica, aveva il dovere di portare l’acqua dove non c’era, per rispondere alle necessità reali dei suoi cittadini, e dove avrebbe potuto arrivare per favorire lo sviluppo della città.
Nasce così l’ esigenza di costruire l’acquedotto sull’Eremo, un ambiziosa opera che, senza discostarsi dal preventivo originale di 50 milioni di lire, consisteva in lunghe tubature, una stazione di pompaggio con una adiacente vasca, una seconda vasca di compensazione in cima al colle e la Fontana dell’Eremo a ricordo dell’allora più grande opera costruita per le necessità idriche della collina torinese.
La Fontana dell’Eremo
La Fontana dell’Eremo, opera di Mario Dezzuti, fu inaugurata in pompa magna il 30 maggio 1955 con una cerimonia che vide la partecipazione delle autorità cittadine, dell’ingegnere autore dell’opera Salvatore Chiaudiano, del presidente dell’Acquedotto Municipale, del Sindaco di Torino Peyron, dei soliti ministri presenti ad ogni cerimonia importante e del Cardinale Fossati che benedì la Fontana.
Nessuno però sapeva che questo piccolo monumento a forma di fontana sarebbe finito nel dimenticatoio nonostante le pure e buone intenzioni.
Gli applausi, le strette di mano e i reciproci complimenti festeggiavano un’opera importante e una fontana che avrebbe dovuto dare conforto e ristoro ai viandanti che si sarebbero trovati in cima al Colle dell’Eremo durante le loro gite domenicali o di ritorno verso casa.