Ogni museo ha il suo fascino e la sua personalità, e ci piace!
All’interno di esso possiamo trovare le tracce del passato che ha dato origine al nostro presente. Ambienti, arredi, suppellettili, ci ricordano le abitudini e le usanze dei secoli scorsi, stili di vita ormai dimenticati che riaffiorano attraverso i percorsi museali…
…e poi ci sono quei luoghi che coinvolgono talmente tanto che sembra di tornare indietro nel tempo e di rivivere personalmente azioni e situazioni… come le cucine di Palazzo Reale.
Il percorso museale ci permette di visitare le Cucine di Palazzo Reale, consente un tuffo nel passato attraverso un’accurata ricostruzione dell’ambiente situato nell’ala di levante del Palazzo Reale di Torino.
Un approfondito viaggio attraverso uno spaccato di vita legato ai sovrani, ma vissuto in prima persona da un notevole numero di maestranze, cuochi, frutteri, pasticcieri, gentiluomini di bocca, scudieri di bocca, credenzieri, somellieri di bocca, guardia vasella, maestri di sala, uscieri di cucina.
Nei primi anni del ‘600 circa sessanta addetti, facenti tutti a capo all’Uffizio “di bocca”, e un ispettore capo orchestra che controllava minuziosamente ogni più piccola azione.
Diversi erano gli uffici adibiti alla gestione della tavola reale, Credenza, Frutteria Pastissaria, Someglieria di bocca, Vasella, e diverse erano le cucine, facenti capo ai vari appartamenti della famiglia reale oltre a quelle destinate alla servitù; dalle fonti archivistiche pare chiaro che questi ambienti erano collocati nei sotterranei del palazzo ed erano protetti da robuste porte, sintomo di quanta importanza veniva data alla custodia dei cibi.
Le cucine che sono arrivate fino a noi, sapientemente restaurate, sono quelle utilizzate a cavallo tra il XIX e il XX secolo, utilizzate quindi dagli ultimi sovrani. Sono venti locali per due cucine, una destinata alla preparazione dei piatti per il re Vittorio Emanuele III e la moglie, la regina Elena, l’altra invece era al servizio del principe di Piemonte Umberto e Maria Josè del Belgio, con una serie di locali accessori come ghiacciaie, dispense e cantine.
Trovandosi nei sotterranei le cucine di Palazzo Reale sono particolarmente silenziose, eppure, durante il percorso di visita, pare sentire il brusio degli addetti alla cucina, le sgridate degli chef di partita, lo sfrigolio delle padelle e dei girarrosti, il sobbollire dei tegami. Sui tavoli in marmo frutta, verdura, trote, salmoni, volatili e addirittura un cinghiale danno uno spaccato dei cibi e della cucina del tempo, pronta a stupire gli importanti ospiti del palazzo sia dal punto di vista gustativo che visivo.
Ogni locale, sapientemente attrezzato, ha una sua destinazione, dalle ghiacciaie per la conservazione degli alimenti deperibili alla stanza per la nettatura dei vegetali, dalla cucina vera e propria, dove si affaccendava la maggior parte degli addetti, al locale lavatoio; tutto doveva funzionare come un orologio svizzero e tutto avveniva sotto l’occhio attento del capo cuoco che aveva il suo ufficio in un angolo della cucina principale, quella del re.
Grandi nomi si sono avvicendati nelle cucine di Palazzo Reale: Édouard Hélouis, Domenico Gromont, Amedeo Pettini e Giovanni Vialardi, diventato famoso per il suo ricettario con oltre duemila ricette e più di trecento disegni.
I diversi locali sono attrezzati con “moderne” tecnolgie per la cucina, la macchina per la produzione dell’acqua calda, la cucina economica che troneggia al centro, un fantastico lavacoltelli a manovella, fornelletti economici alla viennese per lo “scaldamento delle vivande”, girarrosti ed i vari lavatoi tra i quali spicca quello realizzato in marmo con quattro vasche in rame ed un rubinetto centrale girevole.
Appesi alle pareti e nelle credenze centinaia di utensili in rame stagnato, dalle padelle ai coltelli, dagli stampi per biscotti e budini a quelli per gelati.
E poi la Someglieria reale, ovvero il locale cantina dove vengono conservati e distribuiti i vini ed i liquori, con le scansie ancora colme di bottiglie che ci fanno capire l’importanza che, allora come oggi, veniva data ai vini, soprattutto francesi, Champagne e Bordeaux, ma anche spagnoli ed italiani, specialmente piemontesi e toscani. Il vino, nelle tavole reali, è anch’esso sinonimo di munificenza, si pensi che ad un ricevimento del 1894 furono distribuite ai commensali 1200 bottiglie di Champagne!!!
Le cucine di Palazzo Reale con gli spessi muri che nascondono un mondo a se, decine di persone affaccendate ad impreziosire le tavole dei sovrani ed ostentare quella ricchezza che era d’obbligo per far colpo sugli invitati, locali umidi, caldi e fumosi dove la materia prima veniva sapientemente trasformata per far gioire le papille gustative degli illustri ospiti di casa Savoia.
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Immagini del Polo Museale del Piemonte