Margherita di Valois aveva trentasei anni quando ebbe luogo il suo matrimonio, fu la figlia più longeva di Francesco I e di lei esistono molti ritratti ma…
Nata il 5 giugno 1523 nel castello di Saint-Germain-en-Laye, era la figlia più giovane del re e della regina Claude de Valois che morì quando lei aveva solo un anno, lasciando alla nonna Luisa di Savoia il compito di allevare la piccola principessa.
Alla morte della nonna, nel 1531, l’amante di suo padre, Anne de Pisseleu Duchessa D’Etampes, si assunse il compito di crescere Margherita e la sorella Madeleine.
Come previsto dagli accordi della Pace di Cambrai(1529), la principessa venne promessa in sposa a Massimiliano d’Austria nipote del Sacro Romano Imperatore ma, scoppiata di nuovo la guerra tra gli Asburgo e la Francia, il matrimonio venne annullato…questo matrimonio non si aveva da fare.
Conosce Caterina de’ Medici e grazie a lei ebbe l’opportunità di studiare latino, greco e, soprattutto, imparare l’italiano dalla futura sposa di suo fratello che le assegnerà il titolo di duchessa di Berry.
Poco prima del suo trentaseiesimo compleanno, il re Enrico II organizzò un matrimonio per Margherita come parte dei termini del trattato di Cateau-Cambrésis tra Spagna e Francia che venne firmato il 3 aprile 1559: il marito scelto per lei era Emanuele Filiberto, duca di Savoia e Principe di Piemonte.
Il Duca arrivò in Francia con centocinquanta signori vestiti di doppietti di raso rosso, scarpe cremisi e mantelli di velluto nero ricamati con pizzo e oro. Il contratto di matrimonio ufficiale venne firmato il 27 giugno e il giorno successivo, un giro di tornei celebrativi siglò l’unione. Margherita mantenne il suo ducato di Berry, i ricavi che da esso ne derivavano, e una una dote di trecento scudi mentre il Duca Emanuele ricevette una rendita di trentamila scudi all’anno e i territori di Bresse, Bugey e Valromey.
Il giro di tornei in onore dei novelli sposi fu anche l’ultimo torneo che si svolse in Francia. Il 30 giugno, durante un torneo, la lancia del conte di Montgomery colpì il re Enrico appena sotto la visiera entrando nel suo occhio destro; le minuscole schegge provocarono al re una morte lenta e dolorosa.
Il re, ancora cosciente, temeva che il Duca di Savoia si sottrasse all’impegno preso e poco prima di morire, ordinò che fossero celebrate immediatamente le nozze tra il Savoia e sua sorella. Alla mezzanotte del 9 luglio nella piccola chiesa di San Paolo vicino Tournelles Palace, Margherita di Valois sposò Emanuele Filiberto.
Enrico morirà il 10 luglio e Margherita, affranta dal dolore rimase a Parigi fino al 18 novembre quando, giunta a Nizza, si mise in viaggio con il marito alla volta di Torino.
Margherita di Valois
Margherita era conosciuta per la sua simpatia nei confronti dei protestanti francesi:
segretamente, diede aiuto alla sua ex dama di compagnia Jacqueline d’Entremont, vedova dell’ammiraglio de Coligny ucciso il giorno della strage di San Bartolomeo contro i protestanti in Francia e offrì rifugio allo scrittore di fede ugonotta Jacques Grevin che in seguito divenne il suo medico personale.
Margherita fungerà sempre da intermediario tra Caterina de ‘Medici, come reggente di Francia, e suo marito e sarà la figura che renderà le trattative per il ritorno di Torino in mano ai Savoia più agevoli. Torino era una roccaforte francese dalla campagna italiana del re Francesco I nel 1536, faceva parte della dote di Margherita e sarebbe stata consegnata al duca di Savoia a condizione che lei desse alla luce un erede maschio.
Ciò avvenne con la nascita di suo figlio Carlo Emanuele nel 1562, grazie anche all’aiuto di una figura alquanto misteriosa chiamata a corte dalla duchessa stessa: Nostradamus.
La lieta notizia sancirà definitivamente l’evacuazione dei francesi dal ducato permettendo a Emanuele Filiberto di spostare la capitale della Savoia da Chambery a Torino nel 1563.
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Margherita di Valois morì il 14 settembre 1574 e venne sepolta nell’abbazia di Hautecombe, uno dei mausolei di Casa Savoia. Ma la storia non finisce!
Nel XIX secolo la salma è stata traslata alla Sacra di San Michele in seguito alla distruzione della sua tomba nel periodo della Rivoluzione Francese.
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