Nel volume Historia dell’Augusta città di Torino di Tesauro Emanuele c’è una bellissima illustrazione in antiporta che ritrae il re Eridanio che mostra la pianta della città di Torino al Dio Api dalle sembianze di un toro, in basso un uomo muscoloso con anch’esso la faccia di un toro, rappresenta Eridano, il fiume Po.
L’ epigrafe è posta nella parte alta della stampa, in un vessillo sorretto da due cherubini e sintetizza l’ipotesi del Tesauro rispetto alla nascita della città di Torino e alll’origine del suo simbolo.
“Egyptiorum Rex Eridanus – Eridani Fluviorum Regis in Ripam – Urbem Egiptio Tauro Cognominem Inaugurat – Septé Seculis Ante Romam conditam” (Il Re degli Egizi Eridano – sulla riva del Re dei Fiumi Eridano (Po) – fonda l’URBE col nome del Tauro egizio – sette secoli prima della fondazione di Roma)
“Perchè prendendo gli auspici dal suo Api, adorato in Egitto per patrio Nume sotto sembianza di Toro; del Nume istesso le diede le insegne e ‘l Nome. Onde troviamo anche delle antiche memorie questa istessa Città con due diversi Nomi dal suo Autore illustrata. Peroche da quel Toro Augurale fu detta Taurinia: & Taurini gli suoi Cittadini, e Popoli del suo Distretto, essendo Capo di Provincia. Et Taurine le Alpi sopra lei eminenti, che lunghi secoli appresso furono chiamate Cottie. Dal cognome del suo Fondatore fu cognominata Eridania; & Eridano il suo Fiume, unico Re de’ Fiumi”.
A quanto pare, però, la storia sull’origine del Toro, simbolo di Torino, è un tantino diversa e decisamente più recente.
Nel medioevo, l’araldica, è un metodo semplice, vista la moltitudine di analfabeti, per associare ad un determinato simbolo una persona o una qualsiasi entità. Per rendere più semplice il riconoscimento, solitamente, viene scelto una figura che ricorda il nome, nel caso di Torino, per assonanza il Toro che viene definita appunto figura parlante.
La prima immagine che ci è pervenuta risale al 1360 sul “Codice della Catena”. Su due pagine le miniature dei Santi protettori di Torino ed in basso un toro rosso in campo bianco alternato alla croce bianca in campo rosso, stemma del conte Amedeo VI di Savoia. In questa miniatura il toro è rappresentato passante, ovvero in una posizione naturale di passo, solo un centinaio di anni dopo comincia l’evoluzione del toro che da passante diventa “furioso” e quindi imbizzarrito, poggiato solo sulle due zampe posteriori.
Un Toro che cambia
L’ evoluzione della figura del toro continua fino ai primi del novecento; presso l’archivio storico della città è possibile, consultando gli atti del Consiglio Comunale, vedere i cambiamenti dell’animale fino all’attuale figura. Tra le varie evoluzioni ricordiamo che durante il periodo napoleonico sulla parte alta dello stemma tre api (simbolo di napoleone) sormontavano il toro infuriato, più recentemente, nel 1934, sullo scudo appare il fascio littorio dal quale è stato “liberato” dopo la Liberazione e il toro è tornato ad essere solo ed imbizzarrito sullo scudo.
Dal 1460 e per circa trecento anni, in cima alla torre di San Gregorio (la torre civica) un grande toro dorato muggisce al vento. L’animale, realizzato in metallo cavo, è costruito in modo che al passare del vento un verso simile ad un muggito segnala ai torinesi la sua presenza.
Lampioni, stemmi, portoni, decorazioni e ancora piatti, statue, capitelli e l’immancabile Toret, la tipica fontanella di Torino; il simbolo del toro è costantemente presente e radicato a Taurinia ed ai Taurini.