Siamo sul finire del XIV secolo è Lanzo ha la magnifica idea di unire il monte Buriasco con il monte Basso, ai tempi separati da una stretta gola. L’opera avrebbe abbreviato di ore il cammino dei viandanti e delle merci verso la città, avrebbe facilitato i rapporti commerciali con i piccoli insediamenti dislocati nella vallata che porta a Ceres, e avrebbe garantito una nuova entrata per le casse comunali con un proficuo dazio sul vino.
Tutti d’accordo, Il 1 giugno 1378 la Credenza di Lanzo delibera la costruzione di un ponte che la conformazione del luogo trasforma in una complicata impresa di ingegneria: 37 metri di gittata, un solo arco, 65 metri di lunghezza, poco più di due metri di larghezza e un altezza di 15 metri.
Guardandolo oggi non c’è da stupirsi che sia crollato più di una volta ma, ne fai uno e crolla, ne fai un secondo e crolla, alla fine hai abbastanza elementi per sapere dove hai sbagliato e ne costruisci un terzo definitivo. Ma mentre oggi ci complimentiamo con l’ingegnere di turno, una volta si cercava subito una spiegazione sovrannaturale e se poi ai ripetuti crolli durante la costruzione seguivano benedizioni e notti di preghiera, si creavano tutte le condizioni per far si che nascesse una leggenda.
Non può reggersi da solo, quindi , ne consegue che è opera del Diavolo, se fosse opera di dio non ci sarebbe stata una gola ad impedire il transito degli umani. In breve:
Gli abitanti di Lanzo vogliono un ponte e con olio di gomito ne costruiscono un primo che crolla, ne costruiscono un secondo e crolla. Ecco che si presenta il Diavolo in person , che dopo aver rivendicato la distruzione dei due ponti è disposto a cedere: avrebbe costruito lui il terzo ponte a patto di prendersi l’anima del primo uomo che lo avrebbe transitato.
I Lanzesi ne sanno una più del diavool, aspettano che il diavolo finisca il suo lavoro e posano sopra il ponte un sacco con dentro un cane, ma essendo a Lanzo è più probabile una forma di Toma.
Il Diavolo beffato è costretto ad accettare il pegno ma adirato sbatte le zampe sulle rocce lasciando le sue impronte, quelle che oggi chiamiamo le ‘Marmitte dei Giganti’.
Il Ponte del Diavolo diventa presto un importante accesso a Lanzo, permette scambi commerciali più veloci e proficui ma facilità la diffusione di epidemie che nel 1564 costringono il Consiglio a costruire una porta proprio sul ‘Ponte del Roch’. La porta era percorribile solo da chi entrava in città con un documento di provenienza che ne attestasse la perfetta salute, un rimedio ‘fisico’ per proteggersi dalle epidemie da affiancare alla piccola cappella edificata sul lato del ponte e dedicata a San Rocco, protettore contro la peste.
La piccola gola con il suo ponte rimane intatta fino al 1886 quando vengono acquistati i terreni per la costruzione del ponte che avrebbe racchiuso le condutture dell’ acquedotto che avrebbe portato a Torino le acque del Pian della Mussa.
La struttura ha deturpato significativamente il panorama ma oggi è parte integrante del parco e, camminandoci sopra, permette una vista eccezionale del Ponte del Roch o del Diavolo, come preferite.
Ai tempi, la struttura ha avuto una forte opposizione da parte dei valigiani che poco gradivano la presenza di un opera invadente la cui costruzione avrebbe portato problemi di ordine pubblico per via dei numerosi lavoratori che spesso si trovavano in conflitto con gli abitanti della zona e arrivando spesso alle mani..
Si trattava di costruire un opera che univa Pian della Mussa a Torino, diciamo un tubo che portasse l’acqua pregiate di Pian della Mussa fino a Piazza Statuto dove, il 22 giugno del 1922, fu inaugurato l’acquedotto.
Oggi, attorno al Ponte del Roch e il ponte dell’ acquedotto è nato uno splendido parco collegato alla città di Lanzo con un sentiero che porta nel centro della cittadina.
I lati e il letto del fiume, durante la stagione estiva, diventano un luogo piacevole per passare una giornata rilassante cullati dal suono delle acque che scorrono e dal verde dei monti.
Lungo il sentiero che porta al ponte è presente una fontana da dove sgorga la famosa acqua di Pian della Mussa perfetta per dissetarsi prima, durante e dopo i Pic-Nic o le scampagnate nel Parco del Ponte del Diavolo.
Inoltre a proteggerci da lui, il diavolo, c’è la piccola cappella di San Rocco e la Madonna degli Alpini, statua Bronzea opera dello scultore Bay, che dal lontano 11 maggio del 1959 rende onore a tutti i caduti delle guerre e protegge i coraggiosi che si tuffano nelle acque della Stura di Lanzo.