Una famiglia e prodotti di prima qualità sono il segreto del Pastificio Ferro che ha riaperto i battenti.
Mi trovavo a passare in Corso Casale alla ricerca di materiale fotografico e sono stata attratta da una nuova insegna che però, in qualche modo, mi ricordava me bambina.
Mi avvicino e scopro che il pastificio che ha accompagnato con i suoi agnolotti tante domeniche della mia infanzia aveva riaperto. Osservo più attentamente e scorgo all’interno facce conosciute e volti nuovi.
Entro e ritrovo la signora Anna nel suo lindo camice che mi accoglie con la cortesia di sempre. Mi spiega che il pronipote, Antonio ha ripreso in mano l’attività di famiglia ormai andata perduta.
Tutti i ricettari sono stati rispolverati e la cura nella ricerca delle materie prime ripristinata.
Mi accompagna in cucina e vedo una famiglia, un gruppo di persone che sta lavorando con una cura e una dedizione esemplari.
Le materie prime che vedo passare sotto i miei occhi sono eccellenti, uno spettacolo la carne, ricche e colorate le verdure “fresche” ed un vassoi intero di patate fumanti cotte a vapore pronte per la preparazione degli gnocchi; un pastificio che prepara ancora gli gnocchi con le patate “vere” e non con i fiocchi . . . . un altro pianeta!
Non mi accorgo del passare del tempo, intanto Antonio, la mamma Franca, gli zii Tina e Lino ed ancora Matteo, che era in laboratorio quando ancora il negozio era nelle mani di zio Guido il fondatore dell’attività, mi raccontano un po’ di loro.
Il Pastificio Ferro nasce nel 1963 grazie alla competenza ed alla caparbietà di Guido che con la moglie Anna inizia questa storia in Via Tonello 2, angolo corso Casale.
In un piccolo laboratorio con annesso negozietto inizia a preparare agnolotti e paste fresche che, grazie anche alla qualità delle materie prime, diventa presto il punto di riferimento delle tavole domenicali del quartiere Madonna del Pilone.
La qualità della produzione di Guido non tarda a farsi conoscere fuori dal quartiere e a dimostrarlo lo sono gli innumerevoli riconoscimenti ricevuti, primo fra tutti il premio Maestro del Gusto (quando ancora questo premio veniva rilasciato all’insaputa dell’artigiano e non era una richiesta da parte di quest’ultimo attraverso un modulo precompilato!!!).
Guido non è più fra noi. . . . dopo qualche anno di decadimento il negozio torna alla famiglia che riprende la tradizione di famiglia : “la cura dei dettagli” è la ricetta per la buona riuscita dei prodotti del Pastificio Ferro.
Mentre mi raccontano le loro storie sul tavolo della cucina appare un arrosto, a dir poco invitante, che mi spiegano essere per il ripieno degli agnolotti insieme a Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi e verdure.
Mi portano in assaggio un agnolotto crudo . . ottimo! . . . e c’è già un tegamino d’acqua sul fuoco per offrirmi una degustazione definitiva del prodotto.
Un equilibrio di sapori che credevo di non riassaporare più, una pasta quasi inesistente da tanto è sottile e il ripieno ricco e gustoso ma senza prevaricazioni, eccelso!
Ancora movimento e vedo sfilare una torta che vengo a sapere è opera di Lino Cauda, per oltre quarant’anni pasticcere in Piazza Gran Madre; questo posto sta diventando sempre più una sorpresa!.
Fuori dalla porta passano un gruppo di bambini ed alcuni di loro infilano la testa dentro, ringraziando Antonio. Sono i ragazzini del vicinissimo estate ragazzi (il portone a fianco!) che si complimentano per il pranzo.
Invidio questi bimbi, in un mondo dove la cucina è diventata ormai una standardizzazione di gusti, avere l’opportunità di assaporare prodotti come quelli offerti dal pastificio Ferro è una vera fortuna e mi pare proprio se ne siano resi conto da soli.
Ci sarebbero ancora parole e parole da spendere dietro questa famiglia che in un periodo così difficile ha voluto sfidare l’economia riaprendo un’attività fatta principalmente di qualità e dedizione.
Che dire se non un Grazie!