Non esiste soltanto la Torino barocca, ma anche quella che nacque quando, dopo il 1865, la città si rivolse al progresso scientifico, tecnologico e imprenditoriale e iniziò a preparare il trampolino che ne avrebbe fatto, in breve tempo, un polo industriale di prestigio. Anche l’architettura ne fu condizionata, poiché fu partire dal 1870 circa che iniziarono a comparire edifici funzionali, affiancati quasi sempre da ciminiere, a fare da contraltare ai palazzi di Guerini e di Juvarra.
Oltre a quelli adibiti a fabbrica, nel 1882, su un terreno lontano dal nucleo urbano, in corrispondenza dell’attuale corso Unione Sovietica, sorse una gigantesca costruzione di 25.000 metri quadrati, destinata a soppiantare l’ormai insufficiente Ospizio di Carità di via Po e a ospitare gli anziani indigenti.
Il Caselli impiegò nel suo lavoro tutte le più moderne tecnologie, tanto che la casa di riposo fu dotata di un sistema di riscaldamento centralizzato, uno dei primi in città, testimoniato ancora oggi della ciminiera che sovrasta il complesso, progettata e costruita con grande abilità tecnica e dall’aspetto del tutto originale.
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