Capita spesso di passeggiare per la nostra amata città e di scoprire luoghi che in qualche modo attirano la nostra attenzione, ma che non vengono in alcun modo esplicati da indicazioni o targhe che possano accennare all’origine di ciò che stiamo osservando. È il caso della lastra di granito che si trova in via Garibaldi angolo via della Consolata.
A lato di quella che veniva chiamata via Dora Grossa e ancor prima Decumanus Maximus c’è una pietra in granito contornata da grandi catene, sembra la lastra di una tomba; invece no!
Quando si è deciso di pedonalizzare via Garibaldi, verso la fine degli anni 70, sono stati rinvenuti i resti di un’antica cinta muraria risalente al XVI secolo. La cinta era quella fatta realizzare da Emanuele Filiberto di Savoia e sorgeva esternamente alle mura romane e medievali e faceva parte del complesso di fortificazioni collegate alla Cittadella.
L’amministrazione, a suo tempo, ha deciso di non ricoprire tutti i resti venuti alla luce ma di lasciare visibile ai cittadini una parte delle vestigia.
La pietra di via Garibaldi
Il sito venne coperto con una lastra di vetro e fu posizionata di una targa esplicativa.
Con il passare del tempo il vetro si è opacizzato a tal punto che è stato sostituito da una lastra in granito che però senza apparecchiature a raggi X, non permette assolutamente di vedere i resti delle mura.
Neppure la targa è rimasta tanto che il sito assomiglia più ad un monumento funebre sconosciuto che non ai resti di una cinta rinascimentale.