La storia di Torino comincia con la nascita del primo insediamento Romano che, alla luce del sole o sotto il manto stradale, ha lasciato tracce che permettono di comprendere e verificare gli scritti di vari autori latini che hanno documentato le vicende del torinese.
Per quanto non è mai stata identificata la zona esatta, gli stessi autori ci hanno portato a conoscenza dell’esistenza di ‘Taurasia’, una precedente città che dominava sul torinese e che fu marginalmente coinvolta nelle vicende delle guerre puniche durante la discesa di Annibale in Italia.
In assenza di prove certe e con l’esigenza di dare un illustre passato alla nostra città, Taurasia e i suoi Taurini furono collocati dove oggi sorge Torino facendoli diventare i primi esseri viventi a potersi definire torinesi.
Se però ci basiamo sui ritrovamenti archeologici non è impossibile affermare che i primi torinesi DOC erano i pesci che vivevano nel torinese 5 milioni di anni prima e ci hanno lasciato innumerevoli tracce della loro presenza.
Ai loro tempi il torinese era molto diverso, non presentava le caratteristiche che oggi definiscono il nostro territorio, ma loro, i pesci, sono stati i primi protagonisti di un lunghissimo processo che ha portato alla conformazione del torinese come la conosciamo.
5 milioni di anni fa a Torino c’era il mare, non c’erano coste a delimitarne i confini e il torinese era una microscopica porzione di un immenso oceano chiamato Tetide che separava due continenti, l’Aurasia a nord e il Gondwana a sud. Le sue acque erano abitate dai pesci, ignari che il loro ambiente avrebbe un giorno visto 2 cugini, Amedeo e Eugenio, combattere per rivendicarne le terre.
Sono gli anni in cui è in atto un processo lentissimo che dopo 2,5 milioni di anni porta alla formazione di elementi non ancora definiti ma per noi percepibili. Lo spostamento del Gondwana verso l’Aurasia porta alla formazione del mare Mediterrano, la compressione delle falde tettoniche tra i due continenti porta all’innalzamento verso il cielo delle Alpi, dai fondali emergono gli Appennini che diventano il confine meridionale del Golfo Padano e ad occidente emerge un piccolo isolotto destinato a diventare la collina torinese.
La definizione di questi elementi geografici da inizio ad una fase successiva nella quale l’innalzamento dei fondali del Golfo Padano definisce l’attuale Pianura Padana e vede protagonista assoluta del paesaggio la catena montuosa delle Alpi.
Dalle Alpi cominciano a scendere importanti corsi d’acqua che trascinano con loro ingenti quantità di detriti che portano alla formazione di depositi che occuperanno i territori che separano la collina torinese dalle Alpi.
Si forma il PaleoPo, progenitore dell’attuale Pò, che arrivato nei pressi di Moncalieri vira verso sud per dirigersi verso le Langhe. Dalla Val di Susa scende la Dora che trascina con se i detriti che occuperanno il territorio dove in un lontano futuro sarebbe sorta Torino.
Per quasi 2 milioni di anni periodi temperati millenari si alternano a periodi glaciali millenari che portano i ghiacciai a superare la val di Susa, lambire il torinese e trasportare in pianura i grossi massi erratici come il masso Gastaldi di Pianezza.
700000 anni fa le caratteristiche del territorio torinese sono oramai abbozzate, dei pesci non c’è più traccia se non nei fiumi e nei laghi.
Inizia un lungo periodo, che termina circa 16000 anni fa, di lunghe e ripetute glaciazioni che con l’espandersi e il ritirarsi dei suoi ghiacciai modellano con i territori nella forma di oggi.
Si formano i laghi di Avigliana, prende forma la cresta dove sorgerà il castello di Rivoli, il Po improvvisamente decide di cambiare percorso all’altezza di Moncalieri puntando ad est verso la Pianura Padana, i detriti che scendono dalla Val di Susa formano immensi depositi dove sorgerà Torino, grandi distese paludose acquistano la solidità che dopo l’ultima glaciazione determinerà la flora e la fauna locale.Inoltre, intorno ai 200.000 anni fa cominciano a fare la comparsa prime forme di ominidi nomadi che tra una glaciazione e l’altra lasceranno il posto all’uomo di Neanderthal ed infine ad esseri umani con la nostra fisionomia.
Dopo l’ultima glaciazione il torinese è oramai formato, i fiumi lentamente stanno assumendo il percorso a noi noto e i territori sono percorsi da cacciatori che frequentano la collina torinese e si spingono in operazioni di caccia sui monti alpini.
Intorno a 6000 anni fa questi proto-torinesi cominciano ad applicare le prime tecniche di allevamento e agricoltura favorendo, 2000 anni dopo, la formazione di piccole comunità sedentarie che danno origine alle prime vie commerciali del torinese. Chiomonte è una delle prime comunità a sorgere seguita da Trana, Avigliana, Carignano e da altri probabili villaggi nei pressi di Torino-Sassi, Pino Torinese, nella bassa Val di Susa e in altri centri oramai dispersi nella notte dei tempi.
Dal 500 A.C. in poi comincia a delinearsi un territorio occupato da varie popolazioni sparse in piccoli villaggi e legate tra di loro da forme di scambi commerciali.
Il territorio torinese viene lentamente occupato dai Taurini, popolazione di origine ligure con influenze celtiche, che gestiscono un ampio territorio che parte dalla Val di Susa e dalle pendici delle alpi occidentali per arrivare fino a Torino e spingersi fino quasi al vercellese.
Oltre alle tecniche agricole e d’allevamento, l’uomo ha sviluppato anche la capacità di non accontentarsi di ciò che ha, caratteristica umana che porterà in breve tempo a trovare i pretesti per combattere con le popolazioni confinanti, a nord gli Insubri e a Sud i Liguri e infine nel 216 A.C. a scontrarsi con Annibale che arriva nel torinese attraverso la Val di Susa.
Ma questa è un altra storia….. che potete leggere qui: Annibale non è mai passato da Torino il 15 novembre del 218 A.C.
P.S. Questo testo ha un valore puramente divulgativo e amatoriale, diciamo un racconto da narrare ai vostri figli quando vi chiedono “Ma è vero che a Torino c’erano il mare e i pesci?”. Siamo consapevoli che il processo di formazione del Torinese è stato ben più complicato ma spiegarlo in ogni dettaglio renderebbe complicata e frustrante la lettura.
Immagini scattate all’ Acquario di Genova