Il santuario di Sant’Ignazio sta alle valli di Lanzo come la Sacra di San Michele sta alla valle di Susa.
Ambedue svettano in alto alla propria montagna, la loro grandezza e importanza è pari alla bellezza del meraviglioso panorama godibile dalle loro cime.
Il Santuario di Sant’Ignazio sorge sulla cima del monte Bastia dove, nei tempi passati, sarebbe apparso il santo. La tradizione racconta che nel 1626 le valli furono sopraffate dalla presenza dei lupi che mietevano il loro raccolto senza fare distinzione tre le pecore e i bambini. Sopraffatti numericamente dai lupi, i valligiani organizzarono innumerevoli novene e processioni pregando Sant’Ignazio di intercedere e liberare le valli dalla loro presenza. I lupi scomparvero e commosso da tanta dedizioni il santo volle premiare i suoi devoti apparendo agli occhi di una contadina sopra una pietra nella vetta del monte dove, anni dopo, i fedeli avrebbero edificato una cappella.
La storia in realtà inizia 16 anni prima quando Carlo Emanuele I decide di concedere ai Gesuiti una casa a Lanzo in modo che potessero contrastare l’espandersi del protestantesimo nelle valle.
Arrivati in valle i figli di Sant’Ignazio trovano ad accoglierli il parroco di Mezzenile che, nominato parroco nel 1601, da qualche anno era impegnato nella diffusione del culto di Sant’Ignazio di Layola.
Passano gli anni e il culto comincia a consolidarsi nella valle fino a quando, a seguito di un inverno particolarmente rigido, i lupi decidono di migrare in valle scatenando il terrore tra i contadini delle valli di Lanzo.
La reazione del parroco è immediata!
Preghiere, novene e devozione mettono in fuga i lupi che lasciano il monte Bastia permettendo al parroco di costruire una piccola cappella dedicata al santo.
Pochi anni dopo l’accaduto, si diffuse la notizia che lo stesso Sant’Ignazio era apparso agli occhi di una contadina sopra una pietra. L’apparizione viene letta come un ringraziamento da parte del santo per la sincera devozione dei contadini ma anche come indicazione su dove sarebbe dovuta sorgere una chiesa dedicata al Santo.
Nel 1629 cominciano i lavori di costruzione della chiesa e immediatamente cominciano i pellegrinaggi che nel giro di cinquant’anni raggiungono il migliaio di devoti alla volta, mettendo così in evidenza le dimensioni minime dell’edificio.
La chiesa è diventata troppo piccola.
Le apparizioni hanno sempre stimolato pellegrinaggi costanti e in breve tempo la piccola chiesa non è più in grado di contenere tutta la gente che accorreva nella vallata.
Per ovviare al problema, nel 1676, la comunità decise di regalare ai Gesuiti i terreni in punta al monte Bastia affinchè fosse costruita una chiesa all’altezza del santo e della devozioni dei pellegrini sempre più numerosi.
L’enorme afflusso di fedeli in cima al monte e la disponibilità dei terreni convinsero i Gesuiti ad assumersi l’onere di costruire un grande Santuario dedicato al padre fondatore della loro congregazione e per farlo incaricarono l’architetto Bernardo Vittone.
Ultimato nel 1732 il santuario appariva diverso da come lo conosciamo oggi. Agli inizi, attorno alla struttura principale a croce greca con al centro la pietra dove era apparso il santo, sorgeva un porticato che sosteneva alcuni alloggi.
A seguito della soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773 e dal passaggio all’Arcivescovado di Torino nel 1789, il santuario comincio a modificare forma e utilizzo.
Nei primi anni dell’800 due sacerdoti, Luigi Guala e Pio Brunone Lanteri, rimasti colpiti dalla bellezza del luogo proposero all’arcivescovo di Torino Giacinto della Torre di trasformare il Santuario in una casa di esercizi spirituali.
La proposta fu accolta! I primi esercizi spirituali furono tenuti dai due sacerdoti che si impegnarono anche nella raccolta di fondi per dotare il santuario di una casa per gli ospiti: San Giovanni Bosco, San Giuseppe Cafasso, San Leonardo Murialdo, i beati Giuseppe Allamano, Michele Rua, Federico Albert, Clemente Marchisio, Francesco Faà di Bruno e tanti altri.
La seconda guerra mondiale blocca bruscamente le attivata della casa di esercizi spirituali. Il santuario viene occupato prima dai tedeschi, poi dalle camicie nere ed infine dai bersaglieri della Folgore.
Finita la guerra inizia un lungo e difficile periodo di rinascita che culmina nel 1990 con un importante restauro che ha ridato alle Valli di Lanzo la sua casa di esercizi spirituali.
Oggi, il Santuario di Sant’Ignazio svetta sulla cima del monte Bastia e accoglie persone da tutte le parti d’Italia.
Indirizzo
Frazione S. Ignazio, 10070 Pessinetto
nelle Valli di Lanzo a pochi kilometri da Torino