. . . . Possiamo poi, a distanza, trovare mille giustificazioni o spiegazioni su chi e perché abbia aderito controvoglia al ‘Giuramento di Fedeltà al Fascismo’. . . . .
Come in tutte le situazioni ci sono quelli che non si spezzano, che noi puoi comprarli e neanche minacciarli. Perché?
Semplicemente perché sono uomini.
Uomini d’onore, patrioti fedeli al valore più nobile di stato che è superiore alle debolezze umane che ciclicamente si ripropongono con la stessa metodologia.
L’ articolo 18 del regio decreto n 1227 del 28 agosto 1931 recitava:
‘I professori di ruolo e i professori incaricati nei Regi istituti d’istruzione superiore sono tenuti a prestare giuramento secondo la formula seguente:
Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l’ufficio di insegnante e adempire tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria e al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti, la cui attività non si concilii coi doveri del mio ufficio’.
Un uomo che antepone ‘conoscenza e virtù’ ad ‘ignoranza e schiavitù‘ non può certo accettare queste parole. Le rifiuta e ne prende distanza.
Su oltre 1200 docenti italiani, 15 dissero ‘NO!’ e 4 erano qui a Torino.
Mario Carrara, Francesco Ruffini, Lionello Venturi e Gaetano De Sanctis furono costretti a rinunciare alla loro cattedra preferendo affrontare a testa alta chi voleva piegarli, lasciando ai posteri un messaggio: non si scende a compromessi con chi lede o mina la dignità di un solo essere umano.
L’ università e la Città di Torino hanno voluto ricordare i 4 uomini che hanno anteposto ‘la loro dignità e quella dell’ essere umano’ al più subdolo opportunismo.
All’ interno della galleria dei Dotti dell’ università di Torino è stata posta una targa che ricorda i nomi di questi 4 uomini e ricorda a noi cosa vuol dire essere ‘uomini’.