Villa Scott. Il terrore corre sul Liberty

Alla scoperta del Liberty Torinese, uno splendore cittadino.

Art Nouveau, Liberty, Jugendstil, Modern Style, tanti nomi per indicare il movimento artistico che prende piede a cavallo tra XIX e XX secolo in Europa, nel periodo più comunemente conosciuto come Belle époque e la sua storia in Italia ha un legame molto stretto con la città di Torino che in poco tempo diventa la capitale del Liberty italiano.
L’Art Nouveau nasce in Inghilterra, ma è con l’Exposition de Paris  del 1900 che ha il suo apice ed è con l’Esposizione di Arte Decorativa Moderna del 1902 che il Liberty prende piede nella nostra città e si sviluppa in tutto il suo splendore.

Dopo la metà del XIX secolo Torino è in cerca di una nuova identità, lo spostamento della capitale a Firenze e il conseguente smembramento degli uffici pubblici mettono la città in una condizione destabilizzante. È con l’industrializzazione che Torino cerca uno sbocco nuovo e trainante per il futuro; nuovi piccoli e grandi imprenditori si insediano in città disseminandola di opifici e piccoli laboratori, ne deriva un rapido incremento della popolazione e la necessità di nuove abitazioni. Le antiche mura lasciano il posto a nuove costruzioni che in qualche modo vogliono e devono far risplendere la città di nuova vita, di progresso e di fiducia nel futuro; e cosa c’è di meglio dell’Art Nouveau per rinnovare Torino…

Casa Priotti Carlo Ceppi Corso VittorioGli interventi edilizi che hanno una matrice Liberty sono veramente molti, siano essi abitazioni, edifici industriali, locali pubblici, costruzioni e decorazioni funerarie. Torino diventa la patria di alcuni tra i più grandi architetti del Liberty, Fenoglio, Rigotti, Ceppi, Ceresa, D’Aronco, Gribodo, solo per citarne alcuni che hanno disseminato la città di palazzi che ancora oggi destano stupore per la loro eccentricità.
Vagabondare per la città alla ricerca del Liberty torinese è assai facile, l’espansione di inizio novecento è piuttosto importante ed è quasi scontato, oggi come allora, imbattersi nello stile di cui Torino è diventata capitale. Quartieri come Cit Turin, Borgo Po, Nizza, Crocetta, sono un proliferare di edifici ridondanti di stucchi, decorazioni fitomorfe, sinuosità delicate, ferri battuti, vetrate colorate, bow-windows.

Inizialmente gli edifici Liberty tendono a svilupparsi soprattutto per manifestare, in qualche modo, l’agiatezza della nuova borghesia (pare che agli inizi del ‘900 se non possiedi una villa elegante, quindi Liberty, non sei nessuno), spettacolari esempi sono le ville come Casa Fenoglio-La Fleur, il Villino Raby, Villa Scott, Villino Antonietta, Villino Giuliano, Villino Kind e imponenti palazzi come Casa Priotti, Casa Bellia, Casa Florio-Nizza, Palazzo Dellazoppa, Casa della Vittoria, Casa A Crescent, Casa Fiorio, Casa Rey, Casa Tasca…

via Pietro Micca, la diagonale che rompe l'ordine torinese, Palazzo BelliaCol passare del tempo piccoli o grandi inserimenti di Liberty coinvolgono anche altri tipi di costruzioni, le case popolari di Via Marco Polo realizzate da Fenoglio per i soci della STAP, gli edifici pubblici come le scuole (ne sono un classico esempio l’Istituto Magistrale Monti e la Scuola Santorre di Santarosa), le mense (la Cucina Malati Poveri) e i bagni municipali, progettati dall’architetto Dolza, sparsi per tutta la città che rispecchiano il nuovo stile della rinata Torino.
Anche gli edifici industriali vengono “ingentiliti” da decorazioni e linee che manifestano lo stile Liberty, ne sono esempio la facciata della Fiat di Corso Dante, l’ex stabilimento delle Pastiglie Leone e l’ex fabbrica Venchi di C.so Regina Margherita.
Un un’ultima citazione doverosa è il Villaggio Leumann, anch’esso progettato da Fenoglio (nella sola Torino ha progettato circa duecento edifici), tipico esempio di Liberty adattato alle esigenze popolari.

Sarebbe veramente interminabile l’elenco degli edifici che a distanza di un secolo riportano ancora stilemi, forme e decorazioni del movimento Liberty che in poco più di vent’anni ha in qualche modo permesso a Torino di rinascere. Purtroppo sono molti gli edifici che sono stati distrutti o de-naturalizzati per lasciare posto a nuove costruzioni che saranno probabilmente più pratiche ed economiche, ma che molto spesso sono prive di fascino e leggerezza. Magari, un giorno, avremo nuovamente voglia di rinascere…

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