Il castrum chiamato Augusta Taurinorum era inizialmente situato in un area delimitata, oggi, da via Santa Teresa, via della Consolata, via XX settembre e corso Regina Margherita: per molti anni il cuore antico di Torino fu caratterizzato dal degrado più assoluto, che toccò il punto più basso nel decennio ’70-80, fino a quando il comune si decise a rivalutarlo e a fare del “Quadrilatero” un’oasi chic , sia per abitarvi, sia per divertirsi.
Naturalmente, a causa del suo illustre passato, la zona è ricca di Storia e di edifici significativi, tra i quali uno dei meno conosciuti è la casa dove, per qualche tempo, abitò Torquato Tasso, nella via che in origine si chiamava vicolo Lazzaro e che in seguito da lui prese il nome: si tratta di una stradina breve, che va dall’attuale via Milano a largo IV Marzo
Da un articolo di Maurizio Ternavasio comparso su La STAMPA del 24 luglio 2009, apprendiamo che l’autore della Gerusalemme Liberata giunse in città nel 1578, all’epoca in cui Emanuele Filiberto vi trasferiva la Sindone da Chambery: Torquato Tasso era in fuga da Ferrara sotto il falso nome di Omero Fuggiguerra, fu ospite del marchese Filippo d’Este di Lanzo, genero di Testa di Ferro e il 10 ottobre assistette all’incontro tra il duca di Savoia e Carlo Borromeo nella chiesa di San Lorenzo, dove poté venerare il sacro lino, al quale dedico alcuni versi.
L’edificio, che fu ristrutturato in seguito dal Castellamonte e passò di proprietà prima ai marchesi di Caraglio, poi alla famiglia Mattirolo, è facilmente riconoscibile grazie a un bassorilievo che riproduce le fattezze del poeta, ricordato anche da una targa al civico 6 della vicina via Egidi. In vicolo San Lazzaro, Torquato Tasso scrisse Il Forno, dialogo sulla nobiltà intesa come “virtù di schiatta, onorata per antica e continuata ricchezza”, poi il suo spirito irrequieto riprese il sopravvento e il sommo poeta lasciò per sempre il capoluogo sabaudo. La via dove abitò fu intitolata al suo nome nel 1860.
Torquato Tasso alla corte dei Savoia
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