Sicuramente la settima arte ha contribuito a far conoscere Torino in tutto il mondo. Il grande cinema italiano è nato a Torino e numerosi sono i registi che, spesso, hanno fatto della città il loro set e tra questi capeggia Dario Argento. Il maestro del brivido ha spesso utilizzato le particolarità di Torino nei suoi film, primo fra tutti “Profondo Rosso”. Nel film saltano subito all’occhio le due fontane di piazza CLN e la Galleria San Federico, ma è nella scena clou, dove il protagonista scopre particolari che lo portano a capire chi probabilmente è l’omicida, che si vede la Torino Liberty dei primi del novecento .
Nel film la villa del bambino urlante si trova nei sobborghi di Roma, nella realtà Villa Scott è nella collina torinese, nel quartiere borgo PO, zona ricca di maestose ville e splendidi parchi, non molto distante da piazza Crimea dove si trova la casa dell’obelisco, set del film “Il gatto a nove code”.
Il Signor Alfonso Scott, amministratore delegato della Società Torinese Automobili Rapid, meglio conosciuta come Star, è un uomo piuttosto ricco e nel 1902 incarica l’ingegner Pietro Fenoglio, tra i più grandi artisti del Liberty italiano, la costruzione di una villa elegante ai piedi della collina torinese. Fenoglio si avvale della collaborazione dell’ingegner Gottardo Gussoni e progetta un edificio appariscente in pieno stile Liberty.
La villa sorge maestosa sul cocuzzolo di una collina, ben 24 metri di dislivello dal cancello d’ingresso sfruttati sapientemente con una grande scalinata.
L’occhio è subito attratto dai due corpi laterali a torretta uniti da una veranda formata da tre ampie finestre in ferro battuto coperte da un ampio terrazzamento.
L’ingresso, situato sul lato sinistro della villa, è preceduto da una scala riccamente decorata terminante in un piccolo porticato retto da colonne con entasi decorate da capitelli con motivi floreali; grandi bovindi danno all’edificio il tipico fascino del liberty ma non mancano elementi tondeggianti di richiamo neo barocco. L’intera abitazione è riccamente ornata con decorazioni e modanature fitomorfe e abbellita da arzigogolate lavorazioni in ferro battuto.
Anche nel giardino, nonostante la folta vegetazione, si intravedono i segni dello stile del periodo, i bordi delle aiuole sono morbide e tondeggianti, scalinate e fontane arricchiscono lo spazio con linee armoniose.
Gli interni della villa sono stati ideati dallo stesso Fenoglio, così come l’arredamento, ricco ed opulento; stucchi floreali, boiserie, tappezzerie, decorazioni in oro e sfarzosi arredi in stile Luigi XV, perfetto connubio tra Art Nouveau e stile Rococò.
Nonostante Villa Scott rispecchi appieno le caratteristiche del Liberty torinese dei primi del novecento, l’alone di mistero emanato dall’edificio, un po’ per la suggestione che è riuscito a dare Argento nelle scene del film, un po’ per lo stato di abbandono, danno alla villa un non so che di gotico che in qualche modo incute ancor oggi una sorta di brivido dietro la schiena.
Provare per credere, in via Giovanni Lanza 57.